E due.
Per due volte, negli ultimi quindici giorni, abbiamo ascoltato questa parola.
E’ dunque così importante questa pagina scarna, che ha scatenato la fantasia e l’estro di generazioni di pittori? E’ così centrale la presenza di questa acerba adolescente di Nazareth propostaci come modello dell’accoglienza? Sì, certo, lo è.
Marco, ormai un mese fa, ci ha chiesto di vegliare, per non abituarci allo stupore del Natale, per non asfaltare il nostro cuore col demone dell’abitudine, per non cedere al Natale tarocco: non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce, no. Gesù è già nato nella storia e tornerà nella gloria.
A noi, qui e ora, di aspettarlo, di lasciarlo nascere nel cuore perché possiamo `fare` i cristiani per tutta la vita senza incontrare mai il Dio di Gesù.
Natale è un dramma, una sfida: Dio viene ma non trova accoglienza, pochi lo riconoscono.
Tra questi pochi Maria di Nazareth e Giovanni il battezzatore, che abbiamo incontrato domenica scorsa. Giovanni il sincero, che dice il vero di sé, che non si prende per Dio e che ci invita a prepararci al Natale con disarmante sincerità.

Cortesie
Oggi rileggiamo l’incontro di questo misterioso e garbato angelo (uno dei principi degli angeli), che parla alla pari con questa ragazzina di Nazareth e scopriamo la grandezza del pensiero di Dio. Perché è in quella minuscola casa di quel minuscolo paese addossato ad un declivio roccioso, da cui la gente aveva ricavato nelle grotte naturali delle abitazioni fresche ed asciutte, che avviene l’assurdo di Dio.
Protagonisti una quindicenne illetterata di un paese occupato da una potenza straniera, ai confini del mondo, fuori dalle rotte commerciali che da Damasco portavano a Cesarea o a Giaffa. Nessun satellite, nessuna diretta televisiva, nessun network a riportarci l’accaduto, nella minuscola Nazareth che diventa ombelico del mondo, centro assoluto della storia.
Dio, stanco di essere incompreso decide di venire a raccontarsi, poiché la pur lunga storia di amicizia e di affetto col popolo di Israele non è stata sufficiente per spiegarsi, Dio sceglie di farsi uomo, parole, lacrime, sorriso, emozione, sentimento, tono di voce, sudore e necessita di un corpo, abbisogna di una madre.

Mariam, la bella
Non la moglie dell’imperatore, o il premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni, macché, la piccola adolescente Mariam (la bella) Dio sceglie e a lei chiede di diventare la porta d’ingresso per Dio nel mondo, tutto lì.
Cosa direste se domattina vi arrivasse una figlia o una nipote adolescente dicendo: Dio mi ha chiesto di aiutarlo a salvare il mondo? Appunto.
Invece Maria ci sta, ci crede e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere la testa davanti a tanta splendida incoscienza, tutti restiamo basiti (noi figli di Piero Angela) davanti alla sconcertante semplicità di questo dialogo, di un ragazzina che parla alla pari con l’Assoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti.
Dio sceglie Nazareth e, a Nazareth, sceglie Maria.
E a Nazareth, per trent’anni, Dio si nasconde nella quotidianità più semplice: bambino, adolescente, giovane falegname, come suo padre. Durante quei trent’anni, milioni di persone gridavano la loro pena a Dio, giorno e notte, e Dio che faceva?
Sgabelli.
Quanto parla questo assordante silenzio! Quanto dice di Dio questa sua scelta!
A noi che sempre cerchiamo il plauso e la visibilità, l’efficienza e la produttività, Dio propone una logica diversa. Scegliere Nazareth, un paese occupato dall’Impero romano, ai confini della storia, ai margini della geografia del tempo, in un’epoca sprovvista di mezzi di comunicazioni, ci rivela ancora una volta la logica di Dio, logica basata sull’essenziale, sul mistero, sulla profezia, sulla verità di sé, sui risultati imprevisti (e sconcertanti).

Contdown
Animo, fratelli! Quando pensiamo di avere sbagliato tutto nella vita, di non avere avuto sufficienti opportunità, quando non siamo soddisfatti dei nostri risultati o siamo travolti dall’assordante incitamento di chi ci grida: `devi riuscire`, pensiamo a Nazareth, a questo modo di operare che ci sbalordisce e ci incanta.
Una piccola settimana ci separa dal Natale e dal mare di banalità e di sofferenza che porterà ad alcuni. Andiamo a Betlemme, amici, così come siamo: come Davide nella prima lettura che vuole costruire un bel tempio al Dio, anche noi ci sentiremo rispondere: `lasciati fare, non preoccuparti di come hai preparato il tuo avvento, sono io che ti vengo incontro`.
Che volete, così è il nostro Dio, lasciamoci incontrare!

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