1. Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 12-16

    In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: / “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. / Voi invece ne fate un covo di ladri».
    Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: / “Dalla bocca di bambini e di lattanti / hai tratto per te una lode”?».

L’uso dei beni della terra

Fa’ un certa impressione questo Gesù anarchico che caccia i venditori dal Tempio, una figura che contrasta col nostro modo talvolta buonista e zuccheroso di vedere Gesù…, è l’unica volta nel vangelo in cui Gesù perde le staffe si arrabbia sanguigno.

Eppure, a essere sinceri, il servizio che svolgevano i cambiavalute era positivo: permettevano alle persone provenienti da varie parti dell’Impero di cambiare le loro monete in modo da poter acquistare le offerte per l’olocausto. Di più: il popolo ebraico, rigidamente monoteista, non permetteva che nel Tempio entrassero monete con l’effige dell’Imperatore, cosa che veniva considerata idolatria. Quale miglior servizio da rendere alla folla di pellegrini che raggiungevano la Città Santa! Insomma: cos’ha Gesù tanto da agitarsi? Gesù se la prende con chi “mercanteggia” con le cose di Dio, lui che conosce il Padre, non sopporta di vedere il suo volto deformato dalla nostra piccineria.

Mercanteggiare, cioè trattare Dio alla stregua di un assicuratore, fare patti, chiedere offrendo. Non ci è mai venuto in mente di dire a Dio: “Ma come, io vengo a Messa, prego, e poi mi succede questo e quest’altro?”. Dovreste vedere quanta devozione nasce negli studenti prima degli scrutini! Mercanteggiare con Dio: io so qual è la mia felicità, lui, per cortesia, si adegui. Questo rapporto, però, manca dell’autenticità che ci è essenziale per incontrare Dio, in fondo in fondo penso che Dio sia un taccagno distratto da corrompere. Per forza Gesù perde le staffe! Cosa di più ottuso del raffigurarsi un Dio così?

Se le nostre riserve mentali, i nostri piccoli mondi non si aprono al respiro poderoso dello Spirito, teniamoci allora il Dio lontano da corrompere. Gesù, con rabbia, si scaglia contro questa visione. Ma come, lui viene a rivelarci un Dio compassionevole, pieno di tenerezza e noi ancora a raffigurarcelo inacessibile? Attenti amici, chiediamoci se alle volte non facciamo, in tutta incoscienza, lo stesso ragionamento, se abbiamo lo stesso atteggiamento di chi mercanteggia un po’ con Dio. Non si acquista la sua benevolenza: ci è donata gratis. Non chiede prezzo colui che ci ama senza misura. Attenti a non avvicinarci a lui con il cuore stretto e piccolo di chi deve mercanteggiare.

Una seconda riflessione, più ampia, nasce dal nostro rapporto con le cose e il denaro. Non ho mai incontrato, nella mia vita, nessuno che mi dicesse: io vivo per far soldi. Macché e – ne sono certo – mai lo incontrerò. Eppure… ho visto famiglie sbranarsi per un’eredità, sentimenti calpestati per beni terreni, amici togliersi il saluto per un prestito negato. Il cuore del discepolo è un cuore che conosce il rischio dell’accumulo, del non avere freni, dell’ambizione che mai si sazia di ciò che ha e che si confronta nell’invidia con gli altri, sempre visti migliori. Gesù ci ammonisce: la ricchezza è ingannevole perché promette ciò che non riesce a mantenere.

Il Signore, anche su questo, ci chiama a libertà. Il legame con i beni della terra, che non è questione di quantità ma di cuore, per il cristiano rischia di essere un peso inutile nello zaino nella salita verso il Tabor. Come ci rapportiamo con i beni della terra? Come li viviamo? Siamo capaci a condividere le cose, il tempo, il denaro? Sappiamo accontentarci? Distinguere ciò che è necessario per un vita dignitosa e ciò che è superfluo?
Il Signore ci doni davvero la grazia di vivere con maggiore verità questo aspetto, lui che conosce ciò che c’è nel cuore di ogni uomo, ci aiuti a raggiungere la verità in noi.

Paolo Curtaz

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