2016

Ancora Natale. Ancora qui, tutti.
Pieni di luce, come dovrebbe essere, come Dio vuole che sia.
Pieni di nulla, come cerca di farci diventare la festa senza festeggiato buona solo a suscitare emozioni e far vendere prodotti.
Pieni di angoscia, come i troppi che vivono Natale come una maledizione da finire quanto prima e che no, non sono raggiunti da nessun angelo che li conduca a vedere quella stalla…

Ci mancava l’Avvento.
Siamo onesti: alzi la mano chi ha voglia, sul serio, di festeggiare il Natale.
Non quelli che hanno vissuto l’ennesimo anno in cerca di lavoro o in mobilità e che vedono la fine della crisi ancora molto lontana.
Non i tanti amici sfollati dell’Umbria e delle Marche, che passeranno un Natale colmo di tristezza.
Non i rifugiati in attesa di un futuro impossibile, che non sanno andare avanti e non possono più tornare indietro, nei loro paesi rasi al suolo dalla guerra o dalla povertà.

Allora cosa possiamo fare?
Se riusciamo a conservare la fede, con tenacia, nonostante i sismi di sorella terra e quelli interiori, altrettanto devastanti in un mondo in dissoluzione, cosa dobbiamo fare? Come restare cristiani?
Gli eventi che stanno mettendo a dura prova la nostra fragile nazione, le case distrutte, secoli di storia, e che storia!, rasi al suolo, ci costringono a spingerci oltre, ad osare.

Eccolo, Zaccheo. Già il nome è un programma: significa il puro ma se è la contrazione di Zaccaria, significa Dio ricorda: il Signore vede in lui un puro, un semplice. Dio ci restituisce la nostra immagine ancestrale, la nostra idealità profonda, egli sa cosa siamo veramente. Dietro la scorza indurita di un uomo che è diventato un aguzzino, Dio vede l’innocenza nascosta.
E la rianima.

Chissà se troverà ancora la fede quando tornerà, il Signore.
Perché sì, lo stiamo ancora aspettando. Decisamente in ritardo, direte.
Sì, d’accordo. E questo ritardo preoccupava già san Paolo che concluse, alla fine, che il Signore aspetta pazienta perché sta noi far crescere il suo corpo che è la Chiesa e finché non è cresciuto, non tornerà. Quindi animo e al lavoro.