1. Lettura del Vangelo secondo Giovanni 21, 19c-24

    In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
    Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

Simone ha finito la prima parte del suo percorso: ora che è consapevole del suo limite può veramente rassicurare la fede dei suoi fratelli. Ora che non è più arrogante, che ha toccato sulla pelle il proprio limite, può finalmente diventare il pastore che rassicura i fratelli. Chiede di Giovanni, Pietro, chiede se non vada meglio lui. Forse ha ragione: è un mistico, Giovanni, ed era l’unico dei discepoli, insieme alla madre, a stare sotto la croce. No, Gesù ha scelto Simone, non Giovanni il perfetto. Che ce ne faremmo di un Papa perfetto? Di una Chiesa perfetta? Come potrei sentirmi a mio agio, io che sono un peccatore? Gesù lo rassicura, sa quello che fa’, e Pietro deve arrendersi all’evidenza, evitare di insistere. È questa la logica di Dio, la logica di chi non vuole a capo della sua Chiesa i migliori ma coloro che hanno l’ardire del pentimento, il coraggio del perdono donato e ricevuto. Donato perché ricevuto…

Sta per concludersi lo splendido vangelo di Giovanni, nel quale ci ha raccontato la sua bruciante esperienza, la sua avventura, la sua conversione, la sua passione per Gesù e ci dice, sorridendo, che avrebbe molte altre cose da dire su ciò che Gesù ha fatto, anzi, a ben pensarci, il vangelo non si dovrebbe mai finire di scrivere.

Quanto è vero ciò che scrive Giovanni! Ogni discepolo, ogni cercatore di Dio potrebbe aggiungere le sue pagine, ogni uomo e ogni donna che hanno vissuto nella luce del Signore, potrebbero aggiungerne un pezzettino, chiunque abbia assaporato l’ebbrezza del discepolato dovrebbe scrivere il suo vangelo! Dal vangelo secondo Lucia, secondo Laura, secondo Mario… ognuno può e deve aggiungere la sua di testimonianza all’immensa lista di amici di Dio che hanno avuto la vita cambiata e riempita dall’incontro col Signore.Non basterebbe il mondo a contenere i libri che raccontano i “vangeli” del nostro incontro con Dio. Non basterebbe il tempo ad ascoltare la testimonianza di milioni di fratelli e sorelle che, come Giovanni, hanno accolto la Parola e l’hanno lasciata crescere nella propria vita!

 Concludiamo così la nostra settimana, dedicando oggi qualche minuto a ripassare mentalmente la nostra vita col Signore, per scrivere un “vangelo”, una buona notizia con le tante cose belle che il Signore ci ha fatto sperimentare. Noi, la nostra vita, la nostra storia interiore, sono “vangelo” per coloro che oggi incontreremo!

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