La guarigione – 2

Vediamo alcune guarigioni. Quali sono le condizioni per essere guariti, perché c’è una cosa inquietante nel vangelo di Marco. Quando un lebbroso va da Gesù e gli chiede di essere guarito, Gesù gli dice: “Cosa vuoi che ti faccia?” E come se Gesù dicesse: “Ma vuoi davvero essere guarito? Sei disposto a essere guarito? A uscire dai tuoi giri di testa?”
Per guarire ci sono alcuni condizioni. La prima: la fede. Credere. “Signore” dice il centurione “non stare a disturbarti, ho il mio servo che è ammalato….” Gesù resta stupito della fede del centurione: “In verità vi dico: presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande!” La fede: “Signore, io credo che puoi guarirmi…” e non: “Signore, se esisti guariscimi!” Ma che fede è? Mettiamo alla prova Dio?
Ancora ultimamente, il giorno dopo il funerale di una giovane donna che è morta improvvisamente, il figlio viene da me e mi dice: “Mia madre è morta, quindi Dio non esiste!”
La seconda condizione. “Entrato Gesù nella casa di Pietro vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre scomparve. Poi essa si alzò e si mise a servirlo.”
La seconda condizione è di fare entrare Gesù. Fare entrare Gesù nella casa che è il nostro cuore. Farlo entrare. Non basta dire: “Guariscimi, …ma stai bene al tuo posto! …guariscimi da fuori, senza cambiare niente! …guariscimi questo pezzettino, ma lasciami stare tutto il resto!” Può anche darsi che il Signore ti dica: “Guarda figlio mio, qui c’è da cambiare un po’ tutto: il tuo atteggiamento, la tua prospettiva di vita… Fammi entrare!” Gesù entra!
Un’altra condizione: gettare a mare le cose che non funzionano.
Giunto all’altra riva nel paese dei gadareni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri gli vennero incontro. Erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciavano a gridare: “Che cosa abbiamo noi in comune con te figlio di Dio?”
Qui un mio amico un po’ cattivo diceva: “Vedi che anche i demoni hanno fede: riconoscono che Gesù è figlio di Dio.” Quando qualcuno si vanta dicendo: “Io credo!”, rispondo che anche i demoni credono e più di lui. Sarà mica un segno distintivo dire: “Io credo che Gesù è il figlio di Dio”? Anche il demonio crede, e più di noi. Ma è diventare discepoli del regno la caratteristica!
A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci a pascolare e i demoni presero a scongiurarlo dicendo: “se ci scacci, mandaci in quella mandria.” Egli disse loro: “Andate.” Ed essi, usciti dai corpi degli uomini entrarono in quella dei porci ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo del mare è perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e del fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e vistolo lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.
Tutti i prosciutti di quell’anno sono finiti in mare. Terribile: Gesù ha guarito due persone e la gente gli dice: .”.. scherzerai mica?” Andate a chiedere a quei preti o laici che si mettono in testa di aiutare i poveri. Appena si piazzano in un posto, state tranquilli che, nell’arco di 45 minuti, arriva una petizione di firme perché: “Nessuno è razzista, siamo tutti disposti ad aiutare quelli che sono ammalati di AIDS, siamo tutti disposti ad aiutare chi si droga, ma non qui!” Lo pregarono che se andasse! E tra questi temo, spero di no ma temo, che qualche cristiano molto ragionevole ci sia sempre! Avrei centinaia di casi da dirvi…
Quindi: buttate a mare! Cosa c’è da buttare a mare? Ognuno ha qualcosa da buttare a mare per essere liberi, per essere guariti.
C’è una cosa che mi ha lasciato sconvolto. Nel vangelo di Marco, tutte le volte che c’è un indemoniato, si fa del male: si butta nel fuoco, di percuote con le catene o con le pietre, urla come un ossesso… Quasi che Marco ci volesse dire: “Quando ci facciamo del male, quando diciamo che non valiamo niente, è opera del demonio!” Terribile! L’indemoniato si fa del male.

Ed ecco gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Coraggio figliolo ti sono rimessi i peccati.” Allora dissero: “Costui bestemmia…”
E Gesù, si scalda un po’ e disse loro: “Cos’è più facile? Fare un bel discorso, una bella predica, un bel ritiro o dire: Alè, alzati e vai a casa? Alzati e vai a casa!” E questo si alza e va a casa.
Vedete: la condizione per la guarigione è il perdono. Non è casuale che lo metta qui. La guarigione fisica di quest’uomo è segno della guarigione interiore: non il contrario! Prima è guarito dentro (il perdono) e poi viene guarito fuori. E qui ci sarebbe da riflettere moltissimo su due annotazioni.
La prima: il paralitico è portato dagli amici. Marco dice che scoperchiano il tetto per farlo calare. Forse anche noi dobbiamo portare a Gesù qualche nostro amico paralitico. Questa è l’occasione per pregare il Signore: .”..per quel mio amico che è paralizzato nella paura, paralizzato in se stesso, paralizzato nella carriera, paralizzato nei suoi problemi….” Portatelo a Gesù nella preghiera.
La seconda: questo brano è costruito, voi che avete studiato Aristotele e sapete la logica: premessa maior, premessa minor. Gesù dice: “Sei perdonato”, gli altri replicano: “Solo Dio può perdonare”, quindi Gesù è Dio.
Ultima condizione. Guardate cosa fa Matteo. Mette la sua vocazione qui. Poi dopo c’è ancora la figlia di Giairo, l’emorroissa, la guarigione di due ciechi, il muto indemoniato… e qui, che non c’entra niente, mette la sua vocazione. E già: perché la conversione di Matteo è la sua guarigione. Per guarire bisogna convertirsi, per guarire bisogna cambiare strada, per guarire bisogna alzarsi e andare. E allora leggiamola questa benedetta vocazione.
Andando via di là, Gesù vide un uomo seduto al banco delle imposte chiamato Matteo e gli disse: “Seguimi.” Ed egli si alzò e lo seguì.
Due righe per dire un terremoto nella vita di Matteo.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò i farisei dicevano a suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”
Avete visto? Matteo fa una festa. È guarito e vuol dirlo a tutti.
Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi misericordia. Io non voglio sacrifici, infatti non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori.”
Vi sentite giusti? Fatti vostri.
Matteo mette qui la sua chiamata, il suo incontro con Cristo. Mette qui la sua conversione: lui è guarito, è guarito dentro, perché ha incontrato Cristo. A noi, se vogliamo, di lasciarci guarire quest’oggi…

(da “Il Gesù di Luca e di Matteo”, appunti, 1997)