Ripreso il solito `tran-tran`, iniziamo il tempo ordinario sentendoci `bene-amati` da Dio Padre che dice a ciascuno di noi`sono contento di te` e questa sua assenza di giudizio, questo suo non porre condizioni per amarci (cosa piuttosto inusuale tra noi uomini!) ci cambia dentro, ci spinge a convertirci. Oggi Giovanni ci racconta della sua vocazione, del suo incontro col Rabbì Gesù. Lo avete sentito: discepoli del Battista, Andrea e Giovanni seguono l’indicazione del loro Maestro: `Ecco l’Agnello di Dio!`. Per incontrare il Cristo dobbiamo necessariamente fidarci delle indicazioni di qualcuno, dobbiamo metterci all’ascolto, alla scuola di qualcuno che conosca i sentieri dell’interiorità meglio di noi. Giovanni indica, ma sta ai discepoli muoversi, seguire Gesù. Quando un’esperienza forte, una omelia, un discorso di un amico cristiano ci indicano il Cristo, sta a noi muoverci, andare incontro. Una volta raggiunto Gesù, questi si volta e – sorprendentemente, – chiede loro: `Che cercate?`. Potremmo a ragione tradurre `Che volete?`. Già: cosa cerchiamo quando ci mettiamo alla ricerca di Gesù? Chi cerchiamo veramente? Una domanda all’apparenza dura e che pure rivela il profondo rispetto che Gesù ha nei confronti della nostra umanità. Può succedere, e lo vediamo, che la fede non sia ricerca, ma rifugio; che Dio non diventi Signore ma padrone; che la sua azione non sia grazia ma supplenza alle mie difficoltà … esiste, cioè, un modo di avvicinarsi alla fede che non ci fa crescere come uomini, ma che ci fa fuggire i problemi. Il Signore mette a fuoco il senso della ricerca dei due discepoli, li invita a non lasciarsi andare al facile entusiasmo ma a riflettere sulla loro sequela. Che bello! Anche per noi la ricerca della fede può essere un momento passeggero, euforico, legato a un momento particolarmente carico di emotività. Il Signore ci scrolla: vuole accanto a sé degli uomini consapevoli delle loro scelte. La risposta dei discepoli rivela tutta l’insicurezza della loro scelta: `Maestro, dove abiti?`. Non cogliete una richiesta di certezze in questa domanda? Un dire: `Prima di seguirti, facci vedere dove ci conduci`? Quanto bisogno di certezze abbiamo prima di poterci fidare … Quante `se` e `ma` mettiamo prima di dire il nostro `sì` definitivo al Signore. E’ lui che allora come oggi di risponde: `Venite a vedere`. Non chiedere, fidati, muoviti, fa’ diventare questa ricerca un’esperienza, investi … La fede – quante volte lo dico! – non è un `fare`, un `sapere` ma un `conoscere`. Noi per primi siamo chiamati ad andare a vedere, noi per primi siamo chiamati a fare l’esperienza della sequela. Ed essi andarono videro e restarono con lui. Dopo essersi fidati restano, accettano, si lasciano coinvolgere. L’annotazione finale di Giovanni è simpaticissima: `erano circa le quattro del pomeriggio`. Quel giorno, quell’istante, è così importante che segna l’inizio di una vita nuova, sono passati forse sessant’anni da quell’evento e il discepolo ricorda l’ora precisa: tutto è cambiato, ormai, per Giovanni e Andrea: quel giorno è stato come l’inizio di una nuova Creazione. Per chi incontra il Signore i giorni non sono più uguali, ma diventano gravidi di una luce nuova. Ecco ciò che ci attende nell’ordinarietà del nostro tempo: l’incontro con il Signore, l’esperienza della sequela. Se sapremo ogni giorno spalancare gli occhi e riconoscere l’Agnello potremo cambiare la nostra esperienza di vita nell’autenticità e nella luce.


A margine un piccolo appunto: nelle scorse settimane c’è stato qualche disguido a causa… dell’influenza! Dietro questo sito ci sono delle persone che lavorano (a gratis!) e che dedicano parte del loro tempo a questo servizio. In un anno 16.381 hanno visitato questo sito per un totale di oltre 25 mila pagine viste e ogni settimana, da due siti (grazie a Marco e a don Giovanni) vengono inviate ormai oltre 2200 e-mail col testo della predica. Un modo simpatico di tenersi in contatto per gli amici turisti del Gran Paradiso di cui sono parroco e agli amici aggiunti col tam-tam, un servizio – spero – per i cercatori di Dio. Ma i progetti non mancano: speriamo di poter ridisegnare e ampliare il sito e proporre un servizio della parola quotidiano via radio. Chissà che non diventi una buona idea!sosteniamoci nella preghiera e nell’amore al Rabbì Gesù.

don Paolo

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