1. Lettura del Vangelo secondo Giovanni 16, 33 – 17, 3

    In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
    Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo».

Prove

Tenerissimi e ingenui apostoli, che pensano di avere capito tutto e che, invece, ancora devono capire col cuore sanguinante, capire con la vita, attraverso la croce, che non possiamo dire di credere prima di avere attraversato il deserto della prova!
Certo, è giusto, doveroso, utile nutrire la propria interiorità, la propria vita di preghiera, la propria conoscenza delle Scritture, la propria partecipazione alla comunità… Ma solo quando attraversiamo il deserto della prova, quando sperimentiamo il silenzio di Dio, quando saliamo con Cristo sulla croce, possiamo capire se crediamo davvero o meno. Meglio stare in silenzio, allora, dimorare nell’umiltà, affidarsi.
No, non sappiamo se siamo in grado di superare la tentazione e la prova.
Ci affidiamo al Signore Gesù, nostro Maestro, che è passato attraverso il crogiuolo della grande tribolazione e prega per noi.

Fede

Nella dolorosa e serena preghiera che – secondo Giovanni – Gesù innalza al Padre dopo l’ultima Cena, esiste un particolare che colma il cuore di gioia profonda. Gesù sa di avere adempiuto alla sua missione, sa che – malgrado le difficoltà – l’uomo, se vuole, può cercare e trovare il vero volto di Dio, lasciarsi illuminare dalla sua presenza, acquistare la vita eterna che è conoscere il Padre.
Inviato dal Padre perché ogni uomo conoscesse il suo vero volto, Gesù ha adempiuto la sua missione e si prepara all’ultimo, definitivo gesto: la morte in croce.
Ora sta a noi accettare o rifiutare il vero volto di Dio, continuare a dimorare nella dimenticanza o allargare il nostro cuore allo stupore del Vangelo.
Ma, quanto è difficile credere! Gli ostacoli sono molti e la nostra fragilità infinita, pensiamo di avere convertito il nostro cuore e dobbiamo, dolorosamente, constatare la nostra incoerenza infinita.
Gesù, allora, prega per noi, per coloro che il Padre gli ha affidato. Sì, amici, eravamo presenti nella preghiera di Gesù, proprio lì, nel momento più drammatico della vita del Signore, in quell’orto dell’ultima scelta, dell’ultimo dono io, tu, eravamo presenti.
Amico che inizi la giornata, non temere, il Maestro ti conosce, ti ama ed ha pregato per te.
Dimora nella serenità.

Paolo Curtaz

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