Comunicazioni

Cari amici e lettori,

il vescovo mi ha chiesto, dopo un anno e mezzo di faticoso confronto, di non esercitare più il ministero di prete. Alla fine di un complesso e schietto discernimento durato molti anni, egli risponde alla mia richiesta di continuare ad esercitare il ministero di prete pur essendo padre, affermando che “non c’è spazio ecclesiale per delineare una figura di prete che eserciti normalmente il ministero e, contemporaneamente e nello stesso luogo si prenda cura del suo figlio, sia pure in un regime di celibato confessato e praticato”. Le tante soluzioni che abbiamo immaginato non possono essere concretamente esercitate senza ledere la dignità delle persone coinvolte, o offendere l’assoluto principio della verità e della carità che derivano dal Vangelo.

La Chiesa mi ha donato il sacerdozio e la Chiesa, ora, mi chiede di non esercitarlo. Accetto questa decisione con rispetto e con grande dolore. Ho perciò deciso di chiedere, e ho ottenuto, di essere sciolto dagli impegni che mi derivano dal sacerdozio, per dedicarmi più liberamente alla crescita di mio figlio, per potere finalmente riprendere, da battezzato, il mio servizio alla Parola e di annuncio e per togliere la Chiesa, che amo, dall’imbarazzo di una situazione difficile da spiegare.

Quanto a me, pur nella condizione disagevole in cui mi vengo a trovare, continuerò a servire il Vangelo come credente, nonostante e attraverso i miei limiti, e ad occuparmi di mio figlio, come ho sempre fatto in questi anni, con immenso affetto.

Desidero, dal profondo del cuore, chiedere cristianamente perdono alle persone che hanno posto molta fiducia in me, e che, anche in seguito ad informazioni parziali ed inesatte, sono inizialmente rimaste turbate dal mio comportamento. Quando sono diventato prete, con verità ed entusiasmo, non ero ancora consapevole dell’ampiezza dei miei limiti: ho davvero creduto e desiderato offrire alla causa del Vangelo l’interezza della mia vita, affettività compresa, ma questo non è stato possibile. Questo dono che ho fatto, Dio me lo ha già restituito cento volte tanto, con la sua presenza, la comune esperienza di Chiesa, l’amicizia e l’amore dati e ricevuti e, ora, con lo straordinario dono della paternità.

Al Signore continuo ad offrire la mia vita per il servizio del Regno. Ringrazio i tantissimi che, in questi anni, mi sono stati vicini, vero volto di Cristo Buon Samaritano e misericordioso e sono stati per me icona della maternità della Chiesa e quanti, nonostante tutto, continueranno ad onorarmi della loro amicizia e della loro fiducia e motiveranno la mia scelta di continuare a servire la Parola.

Affidiamoci a Colui che tutto conosce, sapendo bene in chi abbiamo riposto la nostra fiducia.


Lettera aperta a Don Paolo Curtaz

Caro Paolo,
nel 2002 questo sito è nato intorno a te per offrire il tuo carisma di predicatore a tutte quelle persone che non potevano ascoltare direttamente le omelie domenicali o che desideravano mettersi alla ricerca di un incontro con il Signore.
In questi anni abbiamo inviato tre milioni e mezzo di e-mail e ad oggi raggiungiamo in tutto il mondo più di diecimila fedeli in cammino, in ricerca ed assetati della Parola di Dio.
Questo potente strumento di comunicazione mantiene per noi la sua ragione di esistere e risponde agli obiettivi che gli sono propri, anche adesso che ci troviamo di fronte alla tua impossibilità di vivere pienamente il sacerdozio ed alla tua sofferta decisione di restare attualmente nella Chiesa solo come laico consacrato.
Per questo motivo, nella piena trasparenza della mutata condizione e riconoscendo a tutti i lettori la legittima possibilità di interrompere il loro contatto con noi, ti esortiamo a non smettere di offrire le tue periodiche riflessioni attingendo al prezioso dono che il Signore ti ha dato ed al tuo modo unico di raccontare la Parola.
Certi che vorrai accogliere la nostra richiesta e sicuri che questo spazio continuerà ad essere fonte viva e feconda di incontri con Dio, ti ringraziamo e ti accompagniamo nella preghiera.

La redazione di “Ti racconto la Parola”

Marco Bianchi
Barbara Diulgheroff
Laura Di Vita
Luca Grimaldi