Rito Ambrosiano – Commento al Vangelo del 25 Ottobre 2020

  1. Lettura del Vangelo secondo Luca 24, 44-49a

    In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso».

la Parola affidataci

I due zuzzurelloni discepoli diretti a Emmaus tornano indietro: quel viandante scanzonato, così straniero da non sapere della tragedia del Nazareno (Dio è sempre così, il dolore lo dimentica subito!), li ha prima redarguiti, poi stupiti e scaldati con la sua catechesi e la sua capacità di leggere gli eventi fino in fondo. Davanti al pane, nella locanda a Emmaus, ha spezzato il pane e il loro cuore incredulo: Gesù è davvero Risorto. Fine del viaggio, fine della depressione, imbecilli – si dicono – imbecilli che siamo! Tornano indietro, di corsa, Gerusalemme li aspetta, il loro cuore è in tumulto. I discepoli, impauriti e scossi sono chiusi nel Cenacolo, come a conservare un brandello di memoria di quanto successo, ascoltano il loro racconto stupiti. E mentre i discepoli parlano del risorto, Gesù appare e porta la pace.

Forse è successo anche a te, amico che leggi: Gesù risorto è arrivato al tuo cuore quando un altro te ne ha parlato, mettendosi in gioco, aprendoti il cuore. Succede così da duemila anni: quel burlone di Dio sveglia i nostri cuori attraverso le parole infuocate di quei suonati di suoi discepoli.

É ciò che Dio ti chiede: diventare suo testimone là dove vivi, lasciando trasparire il fuoco che divampa nel tuo cuore…

I dubbi restano

I dubbi restano, anche dopo la resurrezione, anche se sei un apostolo “doc”. Gesù appare sempre come un fantasma, siamo nel dominio della fede, nessuno ci può garantire assolutamente che tutto ciò che diciamo sia evidente. Fede, fratello, fede. Solo con la fede possiamo sperimentare la concretezza della tenerezza di Dio.

Spalancare l’intelligenza

Per annunciare il Risorto, per crescere nella fede, non abbiamo che un modo: lasciarci fare, lasciare che la Parola illumini la nostra intelligenza. Da tanti anni condivido questa Parola con voi, Parola che riempie il mio cuore, che attraversa la mia anima, che illumina la mia vita. Siamo in tanti, amici, tanti cercatori di Dio, assetati di assoluto. La Parola letta con passione e intelligenza, non come turisti della cultura, ma come mendicanti che elemosinano senso e tenerezza, ha spalancato il cuore alla fede di tanti di noi. Leggiamola questa Parola, approfondiamola, preghiamola, annunciamola, che riempia e scaldi, che annunci e converta.

No, non vendiamo dentifricio, né piazziamo creme dimagranti, siamo solo riempiti e il cuore deborda della luce del Risorto.

Allora

Gesù affida alla Chiesa il suo messaggio, di questo siamo testimoni, del fatto che Dio abbia deciso di divenire uomo, carne, ossa, sudore, pianto, stanchezza, gioia per raccontare il suo vero volto. Del fatto che Gesù, vero Dio, vero uomo, abbia voluto annunciare il volto di Dio fino alla fine, fino al dono totale di sé, fino al paradosso della croce. Che Gesù è risorto, vivo tra i vivi, perennemente presente nello sguardo della sua comunità. Che egli invia noi a raccontare del suo amore, e del desiderio di Dio di amare ogni uomo. Dio ci rende capaci di diventare discepoli, col cuore colmo di tenerezza e di gioia, con la consapevolezza che i nostri pur evidenti limiti non arrestano l’annuncio che fluisce e ci travolge. Questa è la Chiesa, il sogno di Dio, discepoli consapevoli dei propri limiti che annunciano il Regno e lo vivono nella loro concretezza. Diversa dalla piccola immagine di chiesina che portiamo nel cuore, solo Dio è capace di renderci credibili perché veri.

Animo, discepoli, Dio vi chiama ad essere trasparenza del Risorto.

Paolo Curtaz