Capitolo Dieci

Cara Giulia,

ho toccato un tasto delicato, nevvero? Riconosco la mia carognaggine e ti chiedo venia. Fai finta che le cose che ti stai chiedendo io le abbia già affrontate e risolte … è vero, però, che la strada è la tua e tu la devi affrontare.

Mi dici che ti è parso di cogliere una sottile polemica nei confronti della scienza, rispetto a quello che ho scritto. No, non ce l’ho per niente con la scienza. Ce l’ho con lo scientismo. Cos’è questa parolaccia? Sai bene che a partire dall’illuminismo la scienza ha fatto passi da gigante, grazie alle scoperte scientifiche nell’arco degli ultimi secoli. Queste scoperte hanno avuto una profonda influenza sulla vita concreta e, soprattutto, hanno di fatto coniato una nuova filosofia. Quale? Semplice: la scienza è la risposta ai bisogni dell’uomo. Ti parrà strano, ma la teoria del buon vecchio Montesquieu, per cui la religione è la risposta dei primitivi ai fenomeni che ora la scienza può spiegare, è molto più diffusa di quanto tu creda … Il verificabile, lo sperimentabile, non è meglio del fumoso “spirituale”? L’unico problema, vedi, è che pigiando l’acceleratore su questo aspetto si è finiti col pretendere di giustificare tutto a partire dalla scienza. Anzi (permettimi di rispolverare un po’ di filo), l’ottimismo che si è venuto a creare ha addirittura falsato le prospettive.

Heiddegger ti direbbe che la scienza non è stata capace di riflettere sul suo fine, e si è giunti a Hiroshima. Al di là di queste sottigliezze, credo che una certa sfiducia verso ciò che non è documentabile, misurabile, sia rimasta in tutti noi. Occorre chiarirsi bene le idee, allora.
La scienza ha diritto a esistere, ha un suo meccanismo interno, ha regole proprie. Ma non è sufficiente a riempire tutti gli spazi. Elaborate le teorie e verificatele, non può uscire dall’oggetto della sua ricerca. Perciò la scienza non potrà mai affrontare il problema dell’esistenza di Dio. Dio esiste oppure no? La scienza non può dire nulla, semplicemente perché entrerebbe in un campo non suo. Certo: può spiegarmi (e ancora …) il funzionamento di una Galassia. Ma perché ci sia materia invece del nulla, nessuno scienziato può dirlo. Una scienza assurta a dogma conduce, al massimo, all’agnosticismo, ma resto perplesso quando il metodo scientifico pretende di diventare stile di vita. Quanto nella nostra vita sfugge alla sperimentazione! Quanto dei nostri sentimenti, delle nostre scoperte, travalicano le spiegazioni! L’aspetto più radicale della nostra esistenza (l’amare, il soffrire, lo sperare) non rientrano nella sperimentazione, eppure esistono …

Se la scienza si ferma davanti ai grandi misteri dell’Universo, perché non ne può parlare la fede? Frutto del caso l’Universo? Pensa che l’astronomo Hoyle, che gode di fama internazionale, ci racconta che nel brodo primordiale, il fatto che si creino “casualmente ” anche solo i duemila enzimi necessari al corpo umano, ha un tasso di possibilità (documentato) pari alla probabilità che gettando per aria due dadi, esca consecutivamente il numero 12 per 50000 volte … Non male, vero? Insomma: occorre che ognuno resti nel suo ambito. Perciò, e concludo, la sottile ironia che coglievi è proprio rispetto al fatto che troppo spesso ancora trovo gente che riflette pregiudizi ampiamente superati dai grandi pensatori … E’ un po’ il destino dei filosofi: ciò che loro intuiscono finisce col diventare mentalità comune dopo qualche decennio … Oggi la filosofia si arena nella post-modernità e ancora gente invoca la scienza come panacea ai grandi dilemmi dell’uomo.
Infine, permettimi di ricordartelo, anche l’analisi scientifica del pensiero religioso in questo ultimo secolo ha acquistato una credibilità e un’autorevolezza ormai riconosciuta a livello scientifico, tienine conto!

A presto!

don Paolo