Ventottesima domenica durante l’anno

Sap 7,7-11 / Eb 4,12-13 / Mc 10,17-30

Ancora

Cammina, il Signore.

Da quando, a Cesarea di Filippo, Simone ha parlato a nome di tutti e lo ha proclamato Cristo di Dio.

Ma sa bene quanta strada debba ancora percorrere per far capire ai suoi, a noi, cosa significa, per lui, essere Cristo. Non un Messia trionfatore, muscoloso, vittorioso. Ma un testimone disposto a morire nel modo più brutale e ignobile, in croce, pur di non rinnegare il vero volto di Dio e che chiede a noi, suoi discepoli, di fare altrettanto.

I giochi sono fatti, solo chi è disposto a diventare bambino, a seguire la propria anima, a seguire il Maestro, è dato di conoscere cosa accadrà.

Allora Gesù scende: dal punto più a Nord della terra di Israele fino al punto più basso della crosta terrestre, Gerico. Una discesa geografica simbolo, però, di una discesa interiore, di spogliamento, di dono di sé. E, scendendo, dopo avere finalmente risposto alla domanda posta dall’evangelista Marco all’inizio del suo Vangelo, chi è quest’uomo?, Marco/Pietro ora si pone un’altra domanda: chi è il discepolo

Il primo candidato sembra avere tutti i numeri in regola, ampiamente.

Il giovane ricco, come lo ha chiamato la pietà popolare.

Ma si rivelerà un pessimo discepolo. […]

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