Ripartiamo dall’essenziale, allora. Con il Vangelo in mano, con il cuore aperto, con la voglia di prendere saldamente il timone della barca della nostra vita e di prendere il largo.
Le risposte sono tutte lì, davanti ai nostri occhi. Si tratta di coglierle, di vederle. Di viverle.
Se Gesù ha salvato il mondo, perché assistiamo ancora e ancora alla follia del dolore e della guerra?
Se egli era davvero la presenza stessa di Dio, se la sua morte ha cambiato il cuore dell’uomo, dov’è questa salvezza? Erano le domande che si poneva la comunità di Matteo, travolta dalla repressione dell’Impero romano che era giunta a distruggere il tempio. Una catastrofe, la fine di un mondo, anche di un mondo di fede. Dio era stato apparentemente sconfitto dall’aquila romana.
Perché, come l’epidemia ha messo in evidenza, la nostra fede spesso è superficiale e non incide nella vita reale? Perché nonostante tutto l’impegno che mettiamo nel raccontare il volto luminoso di Dio stentiamo ad essere ascoltati ed accolti? Perché la primavera del Concilio non ha portato i frutti che ci si aspettava?
Matteo, come risposta, propone alla sua comunità scoraggiata, e alla nostra, la parabola del seminatore. Propone di vedere le cose dal punto di vista di Dio.
Commento al Vangelo del 12 Luglio 2020
Lascia fare
Ripartiamo dall’essenziale, allora. Con il Vangelo in mano, con il cuore aperto, con la voglia di prendere saldamente il timone della barca della nostra vita e di prendere il largo.
Le risposte sono tutte lì, davanti ai nostri occhi. Si tratta di coglierle, di vederle. Di viverle.
Se Gesù ha salvato il mondo, perché assistiamo ancora e ancora alla follia del dolore e della guerra?
Se egli era davvero la presenza stessa di Dio, se la sua morte ha cambiato il cuore dell’uomo, dov’è questa salvezza? Erano le domande che si poneva la comunità di Matteo, travolta dalla repressione dell’Impero romano che era giunta a distruggere il tempio. Una catastrofe, la fine di un mondo, anche di un mondo di fede. Dio era stato apparentemente sconfitto dall’aquila romana.
Perché, come l’epidemia ha messo in evidenza, la nostra fede spesso è superficiale e non incide nella vita reale? Perché nonostante tutto l’impegno che mettiamo nel raccontare il volto luminoso di Dio stentiamo ad essere ascoltati ed accolti? Perché la primavera del Concilio non ha portato i frutti che ci si aspettava?
Matteo, come risposta, propone alla sua comunità scoraggiata, e alla nostra, la parabola del seminatore. Propone di vedere le cose dal punto di vista di Dio.
Ecco: il seminatore uscì a seminare.
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