Sedicesima domenica durante l’anno

Gn 18,1-10/Col 1,24-28/ Lc 10,38-42

Hic Christus

Capita, sì. Mi è capitato.

Capita che Dio ti faccia visita quando meno te lo aspetti.

Quando sei stravolto dal caldo e non ha più speranze. Quando hai tenuto duro per tanto tempo, hai conservato la fiducia, hai osato credere. E proprio quando sei in riserva di futuro arrivano le piaghe bibliche: la peste, la carestia, la siccità, la guerra. Solo che Dio non c’entra.

Capita che Dio ti visiti nel momento in cui vorresti non esistere, non essere, non esserci. 

Come accade ad Abramo.

Dalla promessa di una discendenza sono passati dieci anni. E avventure degne di una fiction. Ma il figlio no, non è arrivato.

Abramo siede, rassegnato, all’ombra delle querce di Mamre, nell’ora più calda della giornata.

E quando meno se lo aspetta, Dio lo visita. E gli porta la notizia, infine, dell’arrivo di un figlio.

Dio c’è. E ti visita. Accorgitene.

È quanto siamo chiamati a raccontare ai tanti scoraggiati, arrabbiati e sconsolati che incontriamo. 

Come ministri cui Dio affida la missione di rivelare agli uomini il segreto della sua amorevole presenza, come scrive san Paolo. 

Anche se costa fatica, patimento.

Perché in questo momento le persone hanno il cuore indurito e rassegnato, come quello di Abramo.

E ai pellegrini alle querce di Mamre, invece di aprire la casa come fece padre Abramo, la gente, snervata,  intimerebbe loro di andarsene.

Che tristezza. […]

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