Perché il destabilizzante racconto dell’amministratore disonesto rivela qualcosa di straordinario: Gesù non loda la sua disonestà. Ma la sua scaltrezza.
Si è finalmente fatto furbo, quell’amministratore che si è lasciato prendere la mano e ha fatto la cresta per anni sui profitti del padrone.
Ma, ora che è stato scoperto, ora che il suo inganno sta per essere svelato, decide di correre ai ripari.
Ha accumulato dei soldi, si. Ma non sa come lavorare, non sa come vivere, non sa come affrontare la vita.
Ha pensato solo a godere, a sperperare soldi non suoi, a fare il magnifico vivendo sopra le proprie possibilità. Nella sua testa solo gli eccessi, l’apparire, lo sfoggiare. È così simile a noi ossessionati dall’immagine, dal possedere, intimamente convinti che una vita ricca di soldi è ricca di gioia.
Ora tutto sta per crollare, è stato scoperto.
Sullo sfondo si staglia un futuro di solitudine.
Allora si fa furbo, ragiona, si fa i conti in tasca.
Commento al Vangelo del 18 Settembre 2022
Venticinquesima domenica durante l’anno
Am 8, 4-7; 1 Tm 2, 1-8; Lc 16, 1-13
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Fatevi degli amici, ammonisce Gesù.
Perché il destabilizzante racconto dell’amministratore disonesto rivela qualcosa di straordinario: Gesù non loda la sua disonestà. Ma la sua scaltrezza.
Si è finalmente fatto furbo, quell’amministratore che si è lasciato prendere la mano e ha fatto la cresta per anni sui profitti del padrone.
Ma, ora che è stato scoperto, ora che il suo inganno sta per essere svelato, decide di correre ai ripari.
Ha accumulato dei soldi, si. Ma non sa come lavorare, non sa come vivere, non sa come affrontare la vita.
Ha pensato solo a godere, a sperperare soldi non suoi, a fare il magnifico vivendo sopra le proprie possibilità. Nella sua testa solo gli eccessi, l’apparire, lo sfoggiare. È così simile a noi ossessionati dall’immagine, dal possedere, intimamente convinti che una vita ricca di soldi è ricca di gioia.
Ora tutto sta per crollare, è stato scoperto.
Sullo sfondo si staglia un futuro di solitudine.
Allora si fa furbo, ragiona, si fa i conti in tasca.
È quello che, purtroppo, non sappiamo fare. […]
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