Ascensione

At 1,1-11/ Ef 1,17-23/ Mt 28,16-20

Dio crede in me

Lo Spirito illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza siete stati chiamati, ci dice san Paolo.

Adesso, qui, ora, in questo tempo fragile, in questa epoca buia, in questa Chiesa claudicante e affannata in profonda trasformazione. 

Qui, nel momento in cui la paura e il vittimismo ci impediscono di guardare lontano.

A me, così come sono, il Signore rivolge questa Parola tagliente e consolante.

Anche se non sono capace. O non vedo. O non ho le forze. A me, che mi sto scoprendo agapetoi, amato. E che, Dio voglia, scelgo finalmente di amare.

Non sono capace, ovvio, non lo siamo, che scoperta.

Ma è lo Spirito, il grande atteso, che illumina, rischiara, accende, scalda, scuote. È colui che rende possibile l’impossibile.

Siamo chiamati alla speranza, che è il presente del nostro futuro (San Tommaso d’Aquino). A spargere speranza, a viverla. Ad avere il cuore colmo, anche se dubitiamo, nonostante la resurrezione, nonostante le tante prove che anche noi, come gli apostoli, abbiamo visto e vediamo.

Perché il Signore è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20).

Perché a noi, a me, il Signore affida l’annuncio del Regno.

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