In Dio siamo

Non ne siamo usciti migliori. Macché.

Più confusi, impauriti, fragili. Finanche più malvagi e arroganti.

Lo eravamo già ma, forse, le mascherine le indossavamo da tempo. Da troppo tempo.

Mascherine sui cuori. Sugli occhi. Sull’anima.

E così, frastornati, fintamente dimentichi in questa estate che viviamo come una sorta di parentesi ignari del futuro prossimo, sentiamo forte crescere in noi il disagio, l’ansia, l’angoscia, il malessere di vivere.

Bene. Era l’ora.

È l’ora.

Ora di prendere in mano la nostra vita. Ora di metterci allo specchio. Ora di lasciarci guardare. Non dallo sguardo impietoso e giudicante degli altri, ma da quello sincero e amabile di Dio.

Ora di chiederci chi siamo veramente.

Non chi pensiamo di essere o come gli altri ci vedono.

Ma come siamo tu sul serio, senza esaltarci e senza abbatterci.

E, in questo frangente le altre persone che amano ci aiutano, si svelano a noi stessi.

Non quelle che si avvicinano a noi e ci identificano in un ruolo.

Non quelle che, drogate di invidia o di malizia, vedono sempre e solo il male negli altri.

Ma, piuttosto, quelle che frequentiamo, che amiamo, che ci amano. E che, spesso, si fanno un’idea di noi più convincente e precisa di quanto noi stessi riusciamo a fare.

Così è accaduto anche per Gesù, che si scopre Cristo.

E per Simone, che si scopre roccia. […]

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