Domenica dopo Natale, festa della famiglia

Gen 15,1-6; 21,1-3 Eb 11,8.11-12.17-19 Lc 2,22-40

Datti pace: sei amato

Pace in terra agli uomini che Dio ama!

Dio ama gli uomini, e porta loro la pace.

Questo è il messaggio ricevuto dai pastori, i senza-dimora, i senza-speranza, i senza-dignità.

Datti pace, sei amato.

Questo il messaggio forte e chiaro che mi giunge in questo Natale così atipico, stanco, claudicante. Ma autentico come non mai. Così drammaticamente simile a quello che deve avere vissuto il Signore Gesù in quel suo primo, intenso, stordente Natale.

Niente cenone per lui, o parenti a vegliare e sostenere la sposa-adolescente, o fratelli a guardare le spalle alla coppia. Niente del genere.

E la prospettiva di un futuro incerto, di un Imperatore che obbliga a spostarsi, di un re-vassallo folle e infanticida. All’orizzonte già si staglia l’Egitto, la madre di tutte le disgrazie di Israele, il luogo in cui Dio dovrà rifugiarsi per fuggire dalla furia di Erode.

No dai, nemmeno quel Natale è stato granché, diciamolo chiaramente.

Eppure questo è un giorno straordinario.

Dio è entrato nella Storia, non l’ha solo ispirata, indirizzata, assistita.

Vi entra. Si fa uomo, cioè accessibile, incontrabile. È il Dio con noi.

Questo celebriamo in questi otto giorni.

Datti pace: sei amato. Da sempre.

E quel Dio consegnato alla nostra indifferenza, quel Dio intirizzito che si lascia avvolgere dal caldo abbraccio della madre è la misura di quel amore donato, disarmato, osteso.

Santa famiglia

Ma ci vuole una buona dose di follia, nel proporre in questa domenica fra Natale e Capodanno, la festa della Santa famiglia, indicandoci come modello da seguire la famiglia di Nazareth!

Che modello può mai essere una famiglia composta da un padre che non è il vero padre, da una madre vergine e da un bambino che è il figlio di Dio?

E, invece, se abbiamo il coraggio di lasciar parlare gli eventi, qualcosa si smuove in noi.

Perché, come ci dice Luca nel Vangelo che abbiamo appena proclamato, questa è una famiglia concreta, reale, che deve fare i conti con la fatica e la sofferenza, con gli imprevisti e i momenti di stanchezza delle relazioni.  […]

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