Riusciremo, davvero, a venirne fuori? L’estate sta finendo e i segni della ripresa dell’epidemia, purtroppo, ci sono. Non siamo in una bolla: attorno a noi, in molti paesi europei, già si parla di chiusure delle attività. L’idea stessa di un nuovo lockdown ci sprofonda tutti nell’ansia e allontaniamo il pensiero con spavento.
Ce la faremo?
Ricevo decine di messaggi da parte di preti, di religiosi e religiose, di laici innamorati del Vangelo che mi raccontano di comunità stordite, confuse, di incertezze che si assommano alle difficoltà nel riprendere una vita pastorale “normale”.
Ce la faremo?
A non lasciarci prendere dalla paura, a lavorare, a coltivare relazioni ed affetti, a dare senso profondo alla nostra vita, a non lasciar dilagare in noi e attorno a noi l’ombra oscura della violenza, della critica, del vittimismo, per immaginare un “me” diverso, una vita più autentica ed essenziale?
Sì, forse sì.
Continuo a pensare che il tempo che stiamo vivendo, a saperlo leggere, è tempo di grazia, non di disgrazia, in cui Dio fa nuove tutte le cose, in cui possiamo, infine, diventare discepoli.
Chiedetelo a Pietro.
Dietro di me, Satana!
Gesù è il Messia, evviva. Molto diverso da quello che si aspettava, d’accordo.
Ma Pietro ha osato ed è riuscito a dire l’inimmaginabile. Dio non è mai come ce lo aspetteremmo. Gesù non è un Messia muscoloso e battagliero, un condottiero che attira consensi e plausi.
Commento al Vangelo del 30 Agosto 2020
Dietro di me
Ce la faremo?
Riusciremo, davvero, a venirne fuori? L’estate sta finendo e i segni della ripresa dell’epidemia, purtroppo, ci sono. Non siamo in una bolla: attorno a noi, in molti paesi europei, già si parla di chiusure delle attività. L’idea stessa di un nuovo lockdown ci sprofonda tutti nell’ansia e allontaniamo il pensiero con spavento.
Ce la faremo?
Ricevo decine di messaggi da parte di preti, di religiosi e religiose, di laici innamorati del Vangelo che mi raccontano di comunità stordite, confuse, di incertezze che si assommano alle difficoltà nel riprendere una vita pastorale “normale”.
Ce la faremo?
A non lasciarci prendere dalla paura, a lavorare, a coltivare relazioni ed affetti, a dare senso profondo alla nostra vita, a non lasciar dilagare in noi e attorno a noi l’ombra oscura della violenza, della critica, del vittimismo, per immaginare un “me” diverso, una vita più autentica ed essenziale?
Sì, forse sì.
Continuo a pensare che il tempo che stiamo vivendo, a saperlo leggere, è tempo di grazia, non di disgrazia, in cui Dio fa nuove tutte le cose, in cui possiamo, infine, diventare discepoli.
Chiedetelo a Pietro.
Dietro di me, Satana!
Gesù è il Messia, evviva. Molto diverso da quello che si aspettava, d’accordo.
Ma Pietro ha osato ed è riuscito a dire l’inimmaginabile. Dio non è mai come ce lo aspetteremmo. Gesù non è un Messia muscoloso e battagliero, un condottiero che attira consensi e plausi.
Sia. […]
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