Questo è il messaggio ricevuto dai pastori, i senza-dimora, i senza-speranza, i senza-dignità.
Datti pace, sei amato.
Questo il messaggio forte e chiaro che mi giunge in questo Natale così stanco, claudicante, violento. Ma autentico come non mai. Così drammaticamente simile a quello che deve avere vissuto il Signore Gesù in quel suo primo, intenso, stordente Natale.
Niente cenone per lui, o parenti a vegliare e sostenere la sposa-adolescente, o fratelli a guardare le spalle alla coppia. Niente del genere.
E la prospettiva di un futuro incerto, di un Imperatore che obbliga a spostarsi, di un re-vassallo folle e infanticida. All’orizzonte già si staglia l’Egitto, la madre di tutte le disgrazie di Israele, il luogo in cui Dio dovrà rifugiarsi per fuggire dalla furia di Erode.
No dai, nemmeno quel Natale è stato granché, diciamolo chiaramente.
Eppure questo è un giorno straordinario.
Dio è entrato nella Storia, non l’ha solo ispirata, indirizzata, assistita.
Vi entra. Si fa uomo, cioè accessibile, incontrabile. È il Dio con noi.
Questo celebriamo in questi otto giorni.
Datti pace: sei amato. Da sempre.
E quel Dio consegnato alla nostra indifferenza, quel Dio intirizzito che si lascia avvolgere dal caldo abbraccio della madre è la misura di quel amore donato, disarmato, osteso. […]
Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2023
Domenica dopo Natale, festa della famiglia
Gen 15,1-6; 21,1-3 Eb 11,8.11-12.17-19 Lc 2,22-40
Datti pace: sei amato
Pace in terra agli uomini che Dio ama!
Dio ama gli uomini, e porta loro la pace.
Questo è il messaggio ricevuto dai pastori, i senza-dimora, i senza-speranza, i senza-dignità.
Datti pace, sei amato.
Questo il messaggio forte e chiaro che mi giunge in questo Natale così stanco, claudicante, violento. Ma autentico come non mai. Così drammaticamente simile a quello che deve avere vissuto il Signore Gesù in quel suo primo, intenso, stordente Natale.
Niente cenone per lui, o parenti a vegliare e sostenere la sposa-adolescente, o fratelli a guardare le spalle alla coppia. Niente del genere.
E la prospettiva di un futuro incerto, di un Imperatore che obbliga a spostarsi, di un re-vassallo folle e infanticida. All’orizzonte già si staglia l’Egitto, la madre di tutte le disgrazie di Israele, il luogo in cui Dio dovrà rifugiarsi per fuggire dalla furia di Erode.
No dai, nemmeno quel Natale è stato granché, diciamolo chiaramente.
Eppure questo è un giorno straordinario.
Dio è entrato nella Storia, non l’ha solo ispirata, indirizzata, assistita.
Vi entra. Si fa uomo, cioè accessibile, incontrabile. È il Dio con noi.
Questo celebriamo in questi otto giorni.
Datti pace: sei amato. Da sempre.
E quel Dio consegnato alla nostra indifferenza, quel Dio intirizzito che si lascia avvolgere dal caldo abbraccio della madre è la misura di quel amore donato, disarmato, osteso. […]
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