Trentaduesima domenica durante l’anno

2 Mac 7,-2.9-14/ 2Ts 2,16-3,5/ Lc 20, 27-38

Vivere da vivi

Ci sono persone che credono in un Dio orribile.

Proiezione delle loro abitudini, sommo garante delle loro convinzioni, custode del loro modo di vedere le cose. Un Dio servo, non da servire senza attendersi nulla.

E a custodire la loro immagine di Dio dedicano forza ed energia.

Fintamente riflettono. Fintamente si mettono in discussione. Elaborano complessi ragionamenti per darsi ragione, per applaudirsi vicendevolmente, giudicando inopportuno il comportamento di chi non fa come loro, criticando aspramente, ridicolizzandole, le idee di chi non si appiattisce ai loro ragionamenti.

Si dicono difensori della verità della tradizione che, incredibilmente assomiglia molto alle loro opinioni.

Così sono i sadducei, i discendenti del primo sommo sacerdote di Salomone, Zadok, gli aristocratici di Gerusalemme, custodi delle verità da custodire, indispettiti dagli zelanti farisei ben più ammirati di loro dal popolo.

Custodivano come vere solo le parole del Pentateuco, tutto il resto era inutile moda. Anzi, aveva finito col corrompere la verità immutabile di Dio.

Come la convinzione della sopravvivenza dell’anima. 

Inutile concessione alla modernità. […]

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