Ancora un poco

Si respira aria di scoraggiamento.

Agosto sembra far dimenticare per qualche istante la cappa lugubre che appesantisce le nostre vite. Il nostro futuro.

E le nostre comunità. La gente osa (timidamente) andare in vacanza, con prudenza. Dalle mie parti, finalmente, si vede gente sui sentieri e gli alberghi quasi pieni.

E la fede?

Liberi tutti, come accade ad ogni estate con le attività parrocchiali messe in stand-by. Ma ora è diverso. Non sappiamo come torneremo a lavorare, a imparare sui banchi di scuola (con o senza rotelle), come raduneremo i ragazzi nella catechesi, come potremo ricucire gli strappi emotivi e relazionali di questi lunghi mesi, quando verrà l’autunno.

E allora un po’ si molla il tiro. Ci si arrende. Come dopo una lunga battaglia senza vincitori né vinti.

Stanchi dentro. Anche i preti. Anche gli innamorati di Dio. Anche i profeti.

C’era già tutto questo, non scherziamo. Solo che fingevamo di non vedere.

Forse il signor Covid lo ha fatto emergere in maniera prepotente. Ci ha denudati.

 

Si può credere ed essere scoraggiati?

Sapersi amati dal Signore e, nonostante questo, avere dei momenti di stanchezza interiore?

Sì, certo. E di questo parla la Parola, oggi.

Scoraggiamenti

Elia è scoraggiato. Pensava, uccidendo i sacerdoti del dio Baal, portati in Israele dalla regina Gezabele, di riportare la folla al Dio di Israele, di sollevare una rivoluzione. Non è così: non solo la gente lo abbandona, ma la regina promette vendetta e il profeta deve scappare nel deserto.

Vuole morire, ammette il suo sbaglio: Dio non si impone.

E lui, arrogante e violento, non è migliore dei suoi padri. […]

CONTINUA A LEGGERE IL COMMENTO SU PAOLOCURTAZ.IT