L’impossibile realizzato.
Ho intitolato questa meditazione “Lo stupore dell’Incarnazione – L’impossibile realizzato”
Parto da una citazione di un grande uomo, un autore contemporaneo, scrittore e filosofo, Albert Camus, un uomo di cui pochi conoscono il cammino interiore, che dice: “Siate realisti! Domandate l’impossibile!”, proprio ad indicare questa grande nostalgia che c’è dentro di noi.
L’uomo è uno strano miscuglio di grandi desideri, che non riesce a realizzare. Allora ha bisogno dell’impossibile, di chiedere la luna, … oppure di incontrare Dio – aggiungo io.
Voglio proprio soffermarmi su questo dogma dell’Incarnazione. Incarnazione è una parola tecnica, significa che Dio, che per definizione è Spirito, è Altrove, è Pienezza, è Infinito, è Incommensurabile, è Eterno, diventa carne, sangue, vene, muscoli, respiro, sudore, fatica. Siamo talmente asfaltati dall’abitudine che al sentire queste parole rimaniamo completamente indifferenti. Ma ci pensiamo: l’Eterno è in mezzo a noi, il Tutto è qui!
Che significa l’affermazione “Dio è uno di noi?” Noi questo lo crediamo perché il Vangelo lo dice, ma cosa vuol dire concretamente?
Ci sono tre concetti su cui riflettere.
1. Le tre venute di Gesù
La prima venuta è già accaduta, l’avvenimento storico, nel 6 a.C., Dio che si fa uno di noi; e ne vedremo in seguito le conseguenze. La seconda venuta è quella che tutti ci dimentichiamo: Gesù tornerà! Perché non siamo eterni. L’uomo continua a navigare su questo pulviscolo dell’universo, che è la terra, come se fosse padrone, tranquillo, eterno. Noi cristiani crediamo che ci sarà un ultimo ritorno di Cristo, un ritorno nella gloria, è sarà il punto finale. La Parusìa, cioè la venuta definitiva di Cristo Signore, per noi cristiani è una cosa straordinaria. Il Signore tornerà per completare il suo Regno che ha iniziato e poi ha affidato a noi (un po’ glielo abbiamo rovinato…, un po’ lo abbiamo vissuto…, ma questa è stata la sua volontà!) Gesù è contento di noi, nel vedere il suo popolo radunato intorno alla sua mensa è contento, stiamo realizzando il suo progetto, il suo sogno. Cosa speriamo nella vita? Che torni Gesù Cristo!La terza venuta è la venuta nel presente, nell’oggi, accadimento nel cuore della vita, della storia di ciascuno degli uomini che nascono. Gesù chiede di venire, di nascere, di esistere nel cuore di ciascuno. Allora: Gesù è venuto, sicuro, Gesù tornerà, sicuro, ma Gesù è nato in me? Non è forse qui l’inganno? Molti si sentono buoni cristiani perché credono che Gesù è già venuto. Bella scoperta, ci vuole una scienza! E’ anche un avvenimento storico!
Ma cosa mi cambia la vita se Gesù è venuto? Fino a che Gesù non nasce nel mio cuore, fino a che Gesù non si manifesta nella mia vita, fino a che io non faccio la fatica boia, come i Magi, di partire, di uscire dalle mie sicurezze, di seguire la stella… e di riconoscere il Figlio di Dio, che cosa cambia che Gesù sia nato? Nulla! Ma se nasce nel mio cuore, allora è diverso! Se Dio entra nella mia vita, allora è diverso!
2. Dire Incarnazione significa dire che Dio diventa uno di noi
Non ve lo so spiegare molto bene perché quando lo dico mi si inceppano la testa e le parole: Gesù aveva un volto, Dio ha un volto. Bello, sicuramente. Bello perché affascinava moltissimo. Bello non vuol dire che era Beautiful, bello vuol dire che era un uomo che aveva un equilibrio straordinario, che faceva sentire ciascuno a proprio agio, e faceva dare all’altro il meglio di se. Un uomo nella pienezza.
Dire Incarnazione vuol dire che quando qualcuno di noi arriva a casa, la sera, stanco, stravolto dal lavoro, Dio sa cos’è! Quando qualcuno soffre perché ha un’infezione in corpo e sta male, Dio sa cos’ è. Quando qualcuno si sente abbandonato, perché lasciato dalla propria fidanzata, Dio sa cos’è, perché è stato abbandonato da tutti gli uomini, ben peggio. Quando si sente una storia come di quell’uomo che in America è stato giustiziato sulla sedia elettrica, anche se riconosciuto da un tribunale innocente, perché l’autorità non ha fatto in tempo a stabilire di chi era la competenza per annullare la sentenza, Dio sa cos’è, è stato condannato ingiustamente. Questo vuol dire Incarnazione. Vuol dire che quando sono stressato e non ce la faccio più, Dio sa cos’è!
E’ un mistero enorme! Lo teniamo talmente su nei cieli questo Dio, che non ci rendiamo conto che è lì a lavare i piatti con noi! Lo teniamo talmente chiuso nelle chiese che non ci rendiamo conto che è sull’autobus, che è lì dove si soffre, che è lì dove si ama, dove si spera. Dio c’è! Dio c’è, mettetevelo in testa. Non ci chiede il permesso di esistere, c’è e basta! E’ un concetto che ripeto sovente: noi siamo convinti che Dio per esistere debba chiedere permesso a noi. Scusate, ma non è così!
Tra l’anno 0 e l’anno 30 d.C., nell’ Impero Romano c’erano milioni di schiavi, che gridavano a Dio giorno e notte chiedendo giustizia per la loro sofferenza. E Dio cosa faceva? Sgabelli!
Questo è un mistero enorme, questi 30 anni di Nazareth, di quotidianità, di timbrare il cartellino tutti i giorni, di fare pranzo. Questi 30 anni di cui il Vangelo non ci dice nulla, sono talmente pieni di significato, che se avessimo il coraggio di guardarli e di crederci, cambierebbero la nostra vita. Non sarebbe più una maledizione andare a scuola, non sarebbe più un peso andare al lavoro, non sarebbe più una frustrazione rimanere in casa a lavorare. Sto facendo quello che Dio ha fatto. Allora vuol dire che ha senso!
3. Nella logica della ricerca
Di chi? Di Dio! Dio cerca l’uomo, non è l’uomo che cerca Dio. Il cristiano, l’ebreo dicono: “Dio cerca l’uomo!” La religione non è un movimento dalla terra al cielo, la religione cristiana è un movimento dal cielo alla terra. Dio viene giù perché l’uomo possa tornare su. Questo è fantastico! Perché Dio si è incarnato? Per Amore! Perché era l’unico modo per dimostrare definitivamente agli uomini che li amava. Da soli non ce l’ avremmo mai fatta a capire che Dio è amore Platone era riuscito a provare l’esistenza di un’ Entità infinita, probabilmente buona, visto che noi siamo buoni. Ma da qui a dire: “Per te do’ la vita! Io, Dio, per te do’ la vita” ne passa! Il senso della vita di Dio è che noi siamo felici… Chi mai l’ avrebbe detto? E chi ancora adesso ci crede? E’ talmente inaudito! Meglio un Dio un po’ severo, un po’ rompiscatole, da tirare fuori quando abbiamo bisogno di qualcosa, e che stia sulle nuvole. Vero o no? Più comodo!
Conseguenze per la nostra vita spirituale. Dicevo prima delle tre venute di Gesù: riprendiamole.
* La prima domanda che devo pormi è quella che vi dicevo: “Ma Gesù è nato dentro di me?” E’ possibile che qualcuno alla fine di queste riflessione cada in crisi profonda “Vuoi vedere che per tutti questi anni ho creduto di credere? “ Gesù è nato in me? C’è stato un momento in cui abbiamo avuto la percezione che Dio sia entrato? Un’ avvenimento, una preghiera, un ritiro, una Messa, un qualunque cosa che mi ha smosso. Poter dire prima non lo conoscevo, adesso lo conosco? Dio non è ancora nato in noi? Cosa aspettiamo?
Oppure diciamo: “Sí è tutta la vita che seguo il Signore!” Ma il Signore deve nascere oggi, così come sono oggi, non come ero cinque o dieci anni fa. Ha bisogno di nascere oggi dentro di me.
* Seconda riflessione: vi ho detto che nell’Incarnazione Dio diventa uno di noi. Ma se questo è vero vuol dire che la carne, la corporeità, l’umanità, è positiva, se Dio non ha rifiutato di abitarvi.
I grandi filosofi Greci, che purtroppo hanno pesantemente influenzato il Cristianesimo, sostenevano che la carne è maledizione, sporcizia. Gesù, incarnandosi, viene a dire che essere uomo è straordinario, che tutto ciò che è autenticamente umano è riempito da Dio. Cosa significa allora alzarsi al mattino e andare al lavoro con un’idea del genere? Non che vado a timbrare il cartellino, ma che sto dando una mano a Dio a finire il suo lavoro. Cito sempre quel tale, spazzino, che diventerà Santo, che quando gli chiedevano che mestiere faceva, rispondeva: “Do una mano a Dio a tenere pulite le strade della mia città!” Ciò che voi fate, il vostro lavoro, la vostra famiglia, le vostre emozioni, sono positività. Basta con questi cristiani repressi che hanno paura di godere delle gioie del mondo, pensando che tutto sia peccato. Ma dove sta scritto? Nel Vangelo non lo troverete mai! Troverete invece che se il vostro cuore si asfalta, perché intasato dalle gioie della vita, non trovate Dio. Attraverso una piena e autentica umanità realizziamo la presenza di Dio!
Vi racconto un aneddoto: ho convinto un’amica a fare insieme al suo fidanzato il primo ritiro della loro vita. Lei convinta, il suo futuro marito invece è stato un po’ tirato dentro con forza… Un idraulico, una persona di quelle tutte manuali, tutte terra a terra, poche storie, che lavorano 15 ore al giorno… Nonostante li avessi convinti ero un po’ preoccupato per lui perché avevo insistito forse troppo… Il primo e il secondo giorno gli ho notato una faccia tesissima, allora, prendendolo da parte, gli ho chiesto se andava tutto bene. Rispose: “Di tutto quello che sento dire non capisco niente, e credo proprio che sto sbagliando tutto… più prego, come tu dici, e più trovo che la mia ragazza sia bella! Sarà mica una distrazione?”. No, capito tutto! E nel mio cuore ho detto: “ Sii benedetto, Padre del Cielo, perché tieni nascoste queste cose sapienti agli intelligenti e le riveli ai semplici!”
Tutto ciò che è autenticamente umano è già apertura alla fede.
A volte, devo riconoscerlo, ho trovato in gente che si diceva non credente, serietà, onestà, valori e coerenza meglio praticate che non tra i cristiani. Non stupitevi! Lo Spirito fa quello che vuole. Capite questo cosa significa a livello di dialogo, di incontro? Nella logica della ricerca, spero che ormai lo abbiate capito, Gesù mi cerca!
(Omelia durante il ritiro “I Vangeli del Natale”, dicembre 1995, testo non rivisto dall’autore)