La Chiesa – 2

Affrontiamo ora un argomento spinoso, ma siamo costretti ad affrontarlo visto che Gesù ne parla parecchio. Sorrido sempre a questo proposito: dipendesse da noi elimineremmo volentieri la chiesa da ogni discorso di Gesù. Ma Gesù non la pensa così. Siamo disposti a sentire la Buona Notizia sulla chiesa? E’ davvero interessante il fatto che Marco proceda in questo modo: l’annuncio della Buona Notizia della presenza di Gesù, gli ostacoli che possono impedirne l’accoglienza e, ora la chiesa, la comunità dei credenti. Leggiamo insieme il vangelo, la capitolo 3:

Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone …

La prima cosa che vogliamo sottolineare in questo brano è la sovranità del Rabbì Gesù che si differenzia molto dai Maestri di ogni epoca, come già abbiamo ricordato. Non è scelto dai suoi discepoli, ma è lui che scegli con sovrana libertà, è lui che si mette alla ricerca e ‘costituisce’, cioé plamsa, crea, fa i Dodici. La scelta dei Dodici avviene sulla montagna, Luca specifica nel suo racconto che la scelta avviene dopo una notte di preghiera…

Perché la chiesa? Quante volte ce lo siamo chiesto. Sapete, perché vivete in questo mondo, del grande clima i ostilità che attornia la chiesa. Mediamente la gente ha una pessima immagine della chiesa, intendendo con questo nome, “chiesa”, normalmente parte della gerarchia aggrappata al potere che gestisce in maniera dispostica. Bisogna dire con onestà che gran parte della nostra formazione nasce in un contesto illuminista e anticlericale e che perciò i molti luoghi comuni che circolano su Crociate, Inquisizione etcetera alterano il giudizio sulla chiesa. Un mio amico anticlericale che ha iniziato un dottorato in storia, è venuto a chiedermi scusa per tutte le falsità e approssimazioni storiche che circolano sulla chiesa! Da ridere! Eppure bisogna riconoscere che uno degli ostacoli più grandi all’accoglienza del vangelo è proprio l’idea deforme della chiesa, o, meglio, l’aspetto parziale che della chiesa abbiamo. In questo contesto dobbiamo leggere lo sforzo straordinario dell’attuale Papa che sta rileggendo la storia della chiesa e chiedendo scusa. Tutto, purché niente ostacoli l’annuncio del vangelo… Non è straordinario? Voi chiedereste scusa per qualcosa in cui non c’entrate nulla? Quanto ammiro il gesto di questo signore in età di pensione che gira il mondo nonostante la sua salute a pezzi per annunciare il vangelo! E che chiede scusa per cose che lui non ha fatto, pur di togliere ogni ostacolo… Il cardinal Biffi di Bologna, che non ha certo peli sulla lingua, è rimasto stupito di questo gesto del Papa. E, punzecchiando, dice: a quando le scuse di Chirac per il periodo del Terrore? A quando le scuse di Khol per l’eccidio a Guernica? Così è…
Vi voglio proporre di mettere tra parentesi tutto ciò che credete di sapere sulla chiesa: le cose positive e le cose negative, le obiezioni e le convinzioni; lasciate tutto da parte e mettiamoci all’ascolto della Parola. Sembra strano eppure troppo spesso si parla della chiesa senza leggere il vangelo, come se Gesù non sapesse che gli apostoli gli avrebbero tirato un tiro mancino attribuendolo poi a lui! Ma non è così, per niente. Gesù ha un progetto, ben definito, e lo vuole attuare. Darà la vita per realizzare il suo sogno: il Regno di Dio. E, nel Regno, la comunità di quelli che stanno con lui: la chiesa.

Gesù passa la notte in preghiera, poi scende e ne crea dodici. Le finalità sono chiare: stare con lui, cioé fare esperienza di lui, per predicare il vangelo e per allontanare il Maligno. Tutto qui. Questa è la chiesa: la comunità di quelli che stanno con lui, che predicano il vangelo, che allontanano il Maligno. Non chiedete altro alla chiesa, non aspettatevi altro da lei. Ma la cosa straordinaria è quell’elenco su cui passiamo come se niente fosse. Quei dodici nomi scolpiti nella storia. Se non avessimo alle spalle duemila anni di catechismo sobbalzeremmo leggendo questo elenco! Dodici nomi che indicano dodici personalità opposte, inconciliabili. Gesù mette assieme pescatori e intellettuali, ultratradizionalisti come Giacomo a Zeloti, cioé terroristi, come Simone, ebrei ortodossi a pubblicani… Che sfida! Di più: Gesù ha pregato tutta la notte per avere con lui un uomo come Giuda. Si sarà sbagliato? Eppure sotto la croce tutti fuggiranno: Gesù forse vuole dirci qualcosa di nuovo, di eclatante. Vedete, amici, se questa è la prima comunità, il modello a cui ispirarci, abbiamo di che riflettere. Perché Gesù mette insieme gente così diversa? Perché non se ne spaventa?

Gesù demolisce dall’inizio un pregiudizio durissimo a morire. La chiesa non racoglie i primi della classe, i giusti, i perfetti. La chiesa non è un club di gente con gli stessi interessi cultural-religiosi. No. La chiesa è il popolo radunato dal Signore, così diversi eppure uniti dallo stesso Cristo. Guardatevi: siamo diversi; proveniamo da paesi diversi: dall’Italia, dalla Svizzera, dal Togo; siamo laici e religiosi, giovani e vecchi. Quale altra situazione potrebbe radunarci? Se ci mettessimo a discutere di come deve vestire un prete ci scanneremmo. Se dovessimo metterci d’accordo per animare una Messa, idem. E invece siamo insieme, uniti dalla stessa fede, uniti dallo stesso Cristo. Questa è la chiesa: il popolo radunato dalla Parola che cammina verso la pienezza del Regno. Tutto il resto, amici, è coreografia. Insisto spesso sul fatto che la chiesa non è il popolo dei perfetti, ma dei riconciliati. Quanta gente pensa alla chiesa come qualcosa di asettico e perfetto e, vedendone i limiti, ne resta deluso. Qunado qualcuno mi dice: “Meglio comportarsi bene e non andare in chiesa che andare in chiesa e farne una peggio di Bertoldo”. Vero. ma il meglio del meglio è andare in chiesa e comportarsi bene! Quando vi dicono: “Cosa vai in chiesa se poi ti comporti male?”. Rispondete: “Vado in chiesa proprio per imparare a comportarmi meglio! Beato te che, essendo giusto, non ne hai più bisogno!”. Se saremo capaci di metterci un po’ in discussione, se saremo capaci di essere autentici, riusciremo a vedere con il cuore il vero volto della chiesa.

Guardare alla chiesa con uno sguardo di fede significa vederne l’essenziale, la progettualità, il disegno soggiacente. Questo non significa tollerarne i difetti, ma saperli affrontare con uno sguardo di fede! Trovo significativo che la chiesa dica di se stessa, per esempio nel Concilio Vaticano II, di essere ‘semper reformanda’, cioé in continua conversione. I Padri della chiesa erano ancora più espliciti, definendo la chiesa ‘catsa meretrix’, cioé una casta prostituta… La chiesa è santa perché di Cristo e peccatrice perché ne facciamo parte. Dobbiamo imparare ad amare la chiesa. Quanto la amo! Attenti: parlando di chiesa pensiamo sempre al nostro campanile, al mio parroco, al mio superiore. Diventiamo cattolici, per favore! Sapete che ‘cattolico’ significa ‘universale’. Invece noi intendiamo per cattolico qualcosa di ristretto e reazionario… Girando un po’ il mondo ho imparato a vedere e amare la chiesa, vedere quanti uomini e donne consumano la loro vita in nome del vangelo. E scusate se mi vanto, come direbbe san Paolo. Ho visto fratelli e sorelle abitare in luoghi e in situazioni in cui non avrei resistito un quarto d’ora. Di cosa dobbiamo vergognarci, scusate? Di essere a servizio dei poveri? Di avere fratelli e sorelle consumati nell’alleviare sofferenze? Io sono fiero della chiesa, ne vado orgoglioso! Non per i suoi evidenti limiti che sono i miei, ma per l’amore contagioso che diffonde. Mi viene in mente l’articolo feroce apparso a firma di Stevenson (quello dell’Isola del tesoro) all’indomani di Padre Damiano di Molokai. Sapete che Padre Damiano trasformò l’isola dei lebbrosi in qualcosa di umano e straordinario e che, alla sua morte, alcuni scettici lo accusavano di avere contratto la lebbra a causa di presunti rapporti sessuali. Stevenson reagì con veemenza dicendo: “E’ facile gettare fango sugli altri sprofondati in una poltrona davanti ad una tazza di thé fumante, mentre qualcuno marcisce in un lebbrosario in nome di Cristo!”. Non é ciò che accade ai nostri giorni? Facile far dibattiti sul trezo mondo. Altro è morire, come i cinque vescovi e gli olti duecento preti del Ruanda.

E noi? Dove ci mettiamo? Da che parte vogliamo stare? Sulla riva a guardare la barca travolta dalla tempesta come vedremo? Oppure vogliamo stare sulla barca che sfida il mare della storia? Altro è criticare la chiesa dall’esterno, altro è cambiarla dal di dentro,a cominciare dal nostro cuore.

Trovate, alla fine di questo capitolo (3,31-35) il racconto dei parenti di Gesù che vengono respinti. La nuova famiglia di Gesù è chi ascolta la sua Parola, cioé noi. Gesù invita a concepire nuovi rapporti tra coloro che ascoltano il vangelo e lo mettono in pratica. Maria è tra questi!

(da “Il Gesù di Marco” riflessioni, 1994)