Togliere dalla Scrittura gli angeli significa cancellare gran parte dei testi, perciò proviamo ad avere un approccio biblico a questo tema, con ricadute concrete nella nostra visione di Dio e della nostra vita.
Esistono gli angeli, e anche gli arcangeli. Anche se fanno arricciare il naso alla nostra società che si appella alla scienza a giorni alterni, che si pensa disincantata ed adulta rifiutando la favola del cristianesimo salvo poi appendersi agli oroscopi e consultare i maghi. Esistono, la Bibbia ne parla diffusamente, perché non tutto ciò che esiste appare ai nostri occhi. Ci siamo noi, che abitiamo un corpo, ed esistono puri spiriti creati da Dio e che interagiscono, a saperli riconoscere, nelle nostre vite. Spiriti di luce che Dio ci mette accanto per proteggerci, per orientarci, per accompagnarci. E, secondo la riflessione biblica e quella apocrifa, ci sono degli ordini, delle strutture fra gli angeli. E fra questi riconosciamo tre “super” angeli: Gabriele che annuncia, Raffaele che accompagna e guarisce, Michele che combatte e protegge. Rendiamo loro onore, facciamoli entrare nelle nostre vite, accogliamo questo grandioso dono di Dio. Togliere dalla Scrittura gli angeli significa cancellare gran parte dei testi, perciò proviamo ad avere un approccio biblico a questo tema, con ricadute concrete nella nostra visione di Dio e della nostra vita. Senza finire nel delirio contemporaneo di una devozione agli angeli “entità” senza credere in Dio,
vogliamo capire per crescere nella vita di fede.
È un corso di Spiritualità
Acquista il corsoIl peccato esiste, certo, ed è male perché fa del male, perché distrugge. Ma il cristianesimo (quello bello e sano) non è fondato sul peccato (amartiocentrico) ma sul perdono e la grazia!
Torniamo ancora a riflettere su questo tema che vi è molto caro e che ancora crea tanta confusione nella concretezza delle nostre vite. Esiste il peccato? Molti sostengono di no, che è un retaggio del passato, usato per tenere sotto controllo le masse. È vero: la Scrittura non parla esplicitamente di “peccato originale” eppure riflette sulla ragione del male, sul libero arbitrio, sulla retribuzione della colpa.
Dobbiamo cancellare tutto?
Convincerci che è tutto semplice, magnifico, solare?
E se l’uomo usa male la sua libertà allora cosa diventa?
E può salvarsi dalla sua ombra?
Un percorso difficile, fatto di sfumature e che, concretamente, nella Storia si è declinato in mille modi, non sempre con risultati felici. Il peccato esiste, certo, ed è male perché fa del male, perché distrugge. Ma il cristianesimo (quello bello e sano) non è fondato sul peccato (amartiocentrico) ma sul perdono e la grazia! Riflettiamo, allora, per capire cosa è peccato, cosa lo distingue dal terribile e distruttivo senso di colpa, cosa è il perdono e come siamo chiamati a viverlo.
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Il buddhismo è una religione? Non nel senso che diamo in occidente dove probabilmente lo definiremmo “filosofia” ma ha alcuni aspetti estremamente interessanti che tentano di dare una risposta alla vita e alle domande dell’uomo.
Buddhismo significa ‘sentiero dell’essere superiore’, deriva dall’induismo e propone una visione più filosofico-psicologica che religiosa ed è predominante in Asia. Il fondatore e maestro è Siddharta Gautama detto Shakyamuni, che visse tra il IV e il V sec. a.C. nell’India nord-orientale. Aveva origini principesche, e dopo essersi sposato e avere avuto un figlio ebbe 4 incontri: con un vecchio, con un malato, con un corteo funebre e con un asceta mendicante. Questi quattro incontri cambiarono la vita di Siddharta Gautama, facendogli aprire gli occhi sulla crudeltà della vita. Per conoscere le cause del dolore, si dedicò alla vita ascetica rinunciando alla sua casta, ma i suoi maestri non lo soddisfarono.
Capì che avrebbe ottenuto la conoscenza della salvezza nella meditazione personale, e così dopo 49 giorni di meditazione ebbe l’illuminazione e divenne il Buddha (il risvegliato).
Decise così di rivelare i suoi insegnamenti al mondo. Trascorse la vita mendicando a piedi per ‘India e predicando la sua dottrina. Morì a Kusinara all’età di 80 anni. Il buddhismo è una religione? Non nel senso che diamo in occidente dove probabilmente lo definiremmo “filosofia” ma ha alcuni aspetti estremamente interessanti che tentano di dare una risposta alla vita e alle domande dell’uomo. Ci avviciniamo con grande rispetto facendo anche notare le differenze rispetto all’approccio biblico.
È un corso sulle Religioni
Proseguiamo il nostro cammino di lettura continua del Vangelo di Giovanni, siamo ormai alla fine della prima parte, il libro dei segni. Lo facciamo in un contesto straordinario di bellezza della natura e di pace fra le mie montagne.
Paolo
I tre vangeli sinottici sono composti per il 20% da racconti di guarigione e nel vangelo di Marco, in particolare, metà delle pagine hanno a che fare con Gesù taumaturgo. Ma Gesù non è un guaritore, è molto di più. Quando parliamo di guarigioni nel vangelo non parliamo solamente della fine di una malattia o di un handicap, di una depressione o di una tristezza. Parliamo di una nuova visione, di una nuova vita, di una nuova comprensione di sé e delle cose. La persona che chiede aiuto a Gesù o che a lui è condotta viene restituita alla pienezza della vita, non solo alla salute. Gesù non guarisce le persone: le salva. E, paradossalmente, anche una persona sofferente e malata, pur restando tale, può fare piena e totale esperienza di salvezza.
Paolo Curtaz