2015

Omelie dell’anno 2015

Già facciamo fatica a digerire il Natale in tutta la sua prorompente vitalità, una tale forza devastante da costringerci, in un certo senso, a rifugiarci dietro i soliti paraventi melensi della bontà e dell’emozione.

Ma, devo essere sincero, proprio non capisco come faccia, la liturgia, a proporci di celebrare in questa domenica fra Natale e Capodanno (molti la snobberanno, per fortuna!) la festa della Santa famiglia.
Sì, avete sentito bene: la festa della famiglia di Nazareth, proposta come modello delle nostra famiglie concrete.
C’è da svenire, vero?

Luce nelle tenebre
È bellissimo il Natale. Bello e intenso.
Bello perché smuove il bambino che è in noi.
Perché fa riaffiorare i ricordi d’infanzia.
È bellissimo il Natale: è la festa dei bambini e dei loro sogni, della loro innocenza, prima che essa
venga travolta dagli affanni della vita e dalla consapevolezza del dolore.
È la festa del bambino che è ancora in noi, che osa sognare, che si lascia coinvolgere ed entusiasmare dalla famiglia radunata attorno al fuoco del caminetto o intorno al tavolo apparecchiato con la tovaglia delle feste e le candele colorate.

Il cuore batte nel suo piccolo petto, mentre le mani, istintivamente, si allacciano ad abbracciare il ventre che ancora non mostra nessun segno di gravidanza.
Ha convinto lo sposo silenzioso, la piccola Mariam, e si sono messi in viaggio verso la Giudea, per trovare Elisabetta, la lontana parente.
L’angelo l’aveva citata, per manifestare la misura senza misura della potenza di Dio. anch’essa, sterile e in età avanzata, avrebbe avuto un bambino, quindi Maria, anche se vergine, non aveva di che preoccuparsi…

È un avvento strano, bella scoperta.
Sottotono, forse. Stordito, da un certo punto di vista.
Viviamo come in una bolla, ormai assuefatti dalle tante notizie che arrivano dai quotidiani. Dobbiamo vivere come sempre, ci dicono i nostri governanti. Sì, giusto, abbastanza. Ma intanto la gente si arrangia, annulla viaggi, ci pensa due volte prima di partecipare ad un concerto.
E il Natale, qui?

Seconda domenica di Avvento, anno di Luca Bar 5,1-9/Fil 1,4-6.8-11/Lc 3,1-6 Quante storie! Alzi la mano chi non è spaventato. O scoraggiato. O stufo. Siamo ancora qui a parlare di morti, ad annullare viaggi, ad evitare assembramenti. Siamo di nuovo qui a guardare con disagio un tizio solo perché di carnagione olivastra, o perché vestito […]

Signore nostra giustizia –
Gerusalemme sarà ribattezzata Signore nostra giustizia, cioè il Signore è riuscito a infondere in noi la giustizia. Così Geremia incoraggia quanti sono tornati dall’esilio e hanno trovato solo macerie e si scoraggiano, sapendo che non riusciranno a vedere la ricostruzione della città e del tempio.
Ed è una buona notizia che voglio raccontarvi oggi, mentre vediamo nel mondo e nella Chiesa le macerie che si accumulano: davvero manca la giustizia.

Siamo sinceri: qui sfioriamo il ridicolo. E il bello è che lo rifacciamo tutti gli anni, non contenti delle batoste che continuamente prendiamo.
Capite: nell’arco di un decennio la memoria dolente dei nostri defunti e la speranza nella resurrezione è stata soverchiata dall’allegra festa dei fantasmi (non sono un fanatico e non vedo in un bambino vestito da strega l’opera del demonio, solo la superficialità del nostro tempo) e noi siamo qui a parlare di “re” quando gli unici re che conosciamo sono sulle pagine dei rotocalchi di gossip?

Questa pagina su cui oggi meditiamo è un vero balsamo per la nostra fede messa a dura prova.
Siamo come sballottati dalle tante notizie che ci giungono e che ci spaventano: folle di disperati premono alle porte dell’Europa per trovare accoglienza e rifugio dalla guerra che, invece di diminuire, contagia un paese dopo l’altro; la finanza mondiale, che ormai ha in mano il destino di intere nazioni, pensa solo ad arricchirsi a scapito delle future generazioni…

Trentaduesima domenica durante l’anno, anno di Marco Quel che si è Ultime zampate del leone Marco alla fine di questo anno liturgico. Ultime zampate, e che zampate!, del Signore che smonta ogni atteggiamento ipocrita, che ci obbliga alla verità, che ci spinge all’autenticità. Il tema, come abbiamo letto, è quello delicatissimo dell’elemosina. Elemento presente in […]

Come sono contento! Si potesse (ma sarebbe poco serio per un serioso scrittore di spiritualità!), inonderei questa pagine di faccine sorridenti degli emoticon! Contento perché, d’ogni tanto, il calendario riesce ad incrociare la liturgia e la stupenda Solennità dei Santi si celebra di domenica e non lungo la settimana.