È uno dei Santi più amati e venerati della cristianità. La Basilica di Padova, dove si trovano le sue spoglie mortali, è meta ogni anno di milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Nel 1946 Pio XII lo ha proclamato Dottore della Chiesa. È patrono di poveri e affamati. Il suo emblema è il giglio bianco con il quale viene raffigurato. I suoi miracoli in vita e dopo la morte hanno ispirato molti artisti fra cui Tiziano, che ha dipinto il ciclo dei Miracoli di sant’Antonio da Padova nella Scuola del Santo a Padova, e Donatello. Antonio fu canonizzato l’anno seguente la sua morte dal papa Gregorio IX. Solo che, sant’Antonio di Padova… è di Lisbona! La sua è una storia straordinaria. Nel 2005 la nazione belga ha designato Padre Damiano come “il più grande belga di tutti i tempi”. Ma chi era quest’uomo e quali sono le ragioni per cui è stato designato con un’onorificenza così alta? Il 19 marzo 1864 arrivò a Honolulu. Lì fu ordinato sacerdote poco dopo nella Cattedrale di Nostra Signora della Pace. Servì in diverse parrocchie dell’isola di Oahu mentre il regno soffriva una crisi sanitaria. I nativi hawaiani erano afflitti da malattie portate inavvertitamente dai commercianti europei. Migliaia di persone morirono di influenza e sifilide e di altre malattie che non avevano mai colpito gli hawaiani. Tra queste c’era anche
la piaga della lebbra, che minacciava di diventare epidemica. Temendo la diffusione di questa malattia incurabile, il re Kamehameha IV separò i lebbrosi dal regno inviandoli su un’isola remota, Molokai. E proprio a Molokai Padre Damiano vivrà la sua intera vita fino a morire di lebbra. Un testimone da vertigine.
È un corso sui Santi
La gioia cristiana è una tristezza superata. Con questa certezza rileggiamo i Vangeli delle
resurrezione e delle apparizioni del risorto per attuare una sorta di percorso di conversione
alla Pasqua.
Paolo Curtaz
Proseguiamo il nostro cammino di lettura continua del Vangelo di Giovanni, siamo ormai alla fine della prima parte, il libro dei segni. Lo facciamo in un contesto straordinario di bellezza della natura e di pace fra le mie montagne.
Paolo
I tre vangeli sinottici sono composti per il 20% da racconti di guarigione e nel vangelo di Marco, in particolare, metà delle pagine hanno a che fare con Gesù taumaturgo. Ma Gesù non è un guaritore, è molto di più. Quando parliamo di guarigioni nel vangelo non parliamo solamente della fine di una malattia o di un handicap, di una depressione o di una tristezza. Parliamo di una nuova visione, di una nuova vita, di una nuova comprensione di sé e delle cose. La persona che chiede aiuto a Gesù o che a lui è condotta viene restituita alla pienezza della vita, non solo alla salute. Gesù non guarisce le persone: le salva. E, paradossalmente, anche una persona sofferente e malata, pur restando tale, può fare piena e totale esperienza di salvezza.
Paolo Curtaz