Trentaduesima domenica durante l’anno, anno di Marco

Spiccioli 

1Re 17,10-16/ Eb 9, 24-28/ Mc 12,38-44

Chi è il discepolo capace di seguire Gesù riconosciuto Cristo?

Chi è in grado, come il Maestro, di testimoniare di essere amato dal Padre.

E, per farlo, è disposto a morire, a prendere la croce.

Non il giovane ricco, troppo legato alle sue cose, ai suoi beni, al suo ego spirituale.

Né gli apostoli, tutti intenti a farsi le scarpe per un po’ di (vana) gloria.

Ma Bartimeo, il cieco mendicante che smette di stare ai margini della strada e quella strada la percorre dopo avere urlato tutta la sua disperazione, dopo essere stato amato e guarito.

Ecco il vero discepolo: colui che si scopre amato e guarito e che, perciò, può dire a tutte le persone ferite che incontra: coraggio, alzati, ti chiama.

Ti chiama, si.

Dio ti chiama perché ti ama. Ti chiama a scoprire quanto ha intenzione di compiere anche grazie a te. Ti chiama a vederci chiaro, infine.

E la nostra Chiesa, ora, è chiamata anch’essa. Da Dio, dalla storia, dagli eventi, a rileggere il proprio stile di vita, la propria prassi pastorale, per vedere se e quanto ancora dice di Dio, quanto, di ciò che facciamo è legato all’abitudine, alla pigrizia, e quanto, invece, è fuoco bruciante.

Non gli strumenti, i mezzi, l’organizzazione.

Non il culto, la devozione, l’ostentazione.

Ma il sincero dono di sé raccontano di Dio.

A partire da quanto ha scoperto lo scriba, che lo scoprirsi amati, l’amare Dio, sì, i fratelli, è il cuore di ogni fede.

Come sa bene la povera vedova additata ad esempio dal Signore nell’irritante Vangelo di oggi. […]

CONTINUA A LEGGERE IL COMMENTO SU PAOLOCURTAZ.IT