Ventottesima domenica durante l’anno

Is 25,6-10/ Fil 4,12-20/ Mt 22,1-14

Anche no, grazie

Preparo il commento al vangelo la domenica sera. 

Mi ritaglio un tempo di riflessione e di preghiera che mi proietta alla domenica successiva, una sorta di post-it della mia vita interiore per fecondare la settimana. Ci provo, almeno, in questa mia vita ogni giorno più fragile.

Ho appena letto i quotidiani on-line, soprattutto nella parte, per me straziante, che descrive gli scandali della Chiesa e quella, per me incomprensibile, di chi ha adottato lo stile del mondo per sparlare pubblicamente del Papa e dei vescovi accusati di distruggere la Chiesa. Come se, sul serio!, potessimo distruggere la Chiesa!  Provo disagio, lo confesso. Anche un senso di nausea. 

Non voglio entrare nello specifico: non ho gli strumenti per capire fino in fondo la situazione (chi li ha?), e le poche informazioni fornite sono interpretate nella linea di pensiero del giornalista che le riporta, lo so bene. 

Ma il disagio rimane. Come se qualcuno parlasse male di mia madre e mi invitasse a prendere le distanze solo perché ha un vestito fuori moda (leggetevi Il santo, di Antonio Fogazzaro).

No, non è questa la Chiesa che ho conosciuto. Non così, almeno.

Non è questa la Chiesa che mi ha accolto e amato. E che accolgo e amo.

Santa e in continua riforma. Santa perché del Santo. Peccatrice perché fatta da discepoli scarsi come me.

Siamo peccatori, lo so. Tutti.

E ne siamo consapevoli. Ma non a sufficienza.

E se tutto quello che sta succedendo, dal Covid in avanti, ma anche prima, fosse lo sgambetto che lo Spirito ci sta facendo per fermarci e capire cosa stiamo facendo? E se – sul serio – ci stesse sfuggendo qualcosa di grandioso che, pure, è sotto gli occhi di tutti?

Ho bisogno urgente e inappellabile di Profezia. […]

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