Figli della luce

Certo che abbiamo sete. Immensa. Insaziabile. 

Sete di luce, di felicità, di gioia, di amore. Tutti.

E cerchiamo di dissetarci a mille fonti, diamo retta a chi ci vende bibite spirituali o mirabolanti bevande energetiche. Ma, spesso, onestamente, quel che beviamo è acqua di mare che ancora di più scatena la sete.

Si tratta di ascoltare la sete, di cercare lo Sposo che ci attende e ci fa scoprire il dono di Dio, la sua presenza. E ci rende sorgente e di rende tempio.

Quaresima è tempo di imparare ad alzare lo sguardo. Di salire sul Tabor.

Imparassimo a fare come Samuele che deve scegliere il nuovo re e che, a nome di Dio, rifiuta i sani e muscolosi figli di Iesse perché Dio vede il cuore e non l’apparenza e il cuore dell’adolescente Davide, agli occhi di Dio, è uno spettacolo!

Imparassimo.

Il rischio, invece, è quello di sprofondare nella notte. 

Non quella che si alterna al giorno, che può essere dolce e intensa.

Ma quella dello spirito, dell’anima, dell’inconscio. Uno stato in cui la tenebra contraddistingue le nostre scelte, il nostro percorso.

Siamo assetati e Cristo è l’acqua.

Siamo ciechi e Cristo è la luce.

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