Ecco Dio, così diverso da come ce lo immaginiamo, così vero e autentico.
Bisogna essere poveri per accorgersene, bisogna essere dei camminatori, come Maria e Giuseppe, come i magi, come i pastori.
Se siamo disposti a metterci in cammino, alla fine incontreremo il vero volto di Dio, volto disarmato e disarmante. Volto che brilla di tenerezza e misericordia.
Dio non è l’onnipotente, perfetto egoista che dall’alto scruta con sufficienza i nostri destini.
È qui, bambino, neonato, bisognoso di tutto.
Cercavamo un Dio potente da blandire e piegare ai nostri desideri e alle nostre aspirazioni e ci ritroviamo fra le mani un fragile neonato che ci chiede aiuto.
A noi, ora, rispondere. Fuggire o accogliere.
Dubitare, professionisti del disincanto, o cedere. O credere.
In questa seconda domenica di Natale, iniziato il nuovo anno come dono, come opportunità che abbiamo per accogliere Dio, Giovanni ci invita a salire di livello, di superare le emozioni e i sentimenti (anche quelli belli e cari), per aprirci allo stupore teologico.
Perciò conclude il suo vangelo aggiungendo un prologo, una sorta di densa poesia.
Commento al Vangelo del 2 Gennaio 2022
Seconda domenica di Natale
Sir 24,1-4.12-16/Ef 1,3-6.15-18/Gv 1,1-18
Dire di Dio
Ecco Dio, così diverso da come ce lo immaginiamo, così vero e autentico.
Bisogna essere poveri per accorgersene, bisogna essere dei camminatori, come Maria e Giuseppe, come i magi, come i pastori.
Se siamo disposti a metterci in cammino, alla fine incontreremo il vero volto di Dio, volto disarmato e disarmante. Volto che brilla di tenerezza e misericordia.
Dio non è l’onnipotente, perfetto egoista che dall’alto scruta con sufficienza i nostri destini.
È qui, bambino, neonato, bisognoso di tutto.
Cercavamo un Dio potente da blandire e piegare ai nostri desideri e alle nostre aspirazioni e ci ritroviamo fra le mani un fragile neonato che ci chiede aiuto.
A noi, ora, rispondere. Fuggire o accogliere.
Dubitare, professionisti del disincanto, o cedere. O credere.
In questa seconda domenica di Natale, iniziato il nuovo anno come dono, come opportunità che abbiamo per accogliere Dio, Giovanni ci invita a salire di livello, di superare le emozioni e i sentimenti (anche quelli belli e cari), per aprirci allo stupore teologico.
Perciò conclude il suo vangelo aggiungendo un prologo, una sorta di densa poesia.
In cui dice cosa ha capito di Dio. […]
CONTINUA A LEGGERE IL COMMENTO SU PAOLOCURTAZ.IT
Sostienici!
Il tuo 5×1000: scrivi 97715480014
Un’offerta: Associazione Zaccheo, fraz, Viseran 59, 11020 Gressan, iban: IT49O0858736440000020112195, BCC valdostana – Conto corrente postale 97359103
Paypal: http://www.tiraccontolaparola.it/sostienici/