Commento al Vangelo del 23 Ottobre 2022 TRLP 2022, Il Commento della settimana Trentesima domenica durante l’anno Sir 35,12-14.16-18/ 2Tm 4,6-8.16-18/ Lc 18,9-14 Vuoto per pieno Non si può pregare Dio e disprezzare il fratello. Non ci si può rivolgere a lui e giudicare il peccatore. Non si può entrare nel tempio ed adorare il proprio ego spirituale. Non si può stare al cospetto di Dio e non riconoscerlo e amarlo nel volto del peccatore. Non si può dirsi discepoli e augurare la morte ai profughi che annegano nel nostro mare Mediterraneo. Non scherziamo. Chissà se troverà ancora la fede quando tornerà, il Signore. Non le devozioni. E le parrocchie. E i movimenti e i gruppi (sani e santi). Chissà se troverà ancora la fede. Anche poca, come quella di un granello. Quello che c’è, che vedo, che ammiro, contemplando foreste cresciute negli oceani del nostro mondo inospitale. Una fede, però, che parte dal riconoscersi peccatori. Mendicanti. Una fede che si nasconde dietro i meriti. Perché davanti a Dio non esistono meriti. Solo la gioia di essere trapiantati in Dio, nascosti in Lui. Tenaci e ostinati cercatori di senso. […] CONTINUA A LEGGERE IL COMMENTO SU PAOLOCURTAZ.IT Sostienici! Il tuo 5×1000: scrivi 97715480014 Un’offerta: Associazione Zaccheo, fraz, Viseran 59, 11020 Gressan, iban: IT49O0858736440000020112195, BCC valdostana – Conto corrente postale 97359103 Paypal: http://www.tiraccontolaparola.it/sostienici/ Ottobre 22, 2022
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Commento al Vangelo del 23 Ottobre 2022
Trentesima domenica durante l’anno
Sir 35,12-14.16-18/ 2Tm 4,6-8.16-18/ Lc 18,9-14
Vuoto per pieno
Non si può pregare Dio e disprezzare il fratello.
Non ci si può rivolgere a lui e giudicare il peccatore.
Non si può entrare nel tempio ed adorare il proprio ego spirituale.
Non si può stare al cospetto di Dio e non riconoscerlo e amarlo nel volto del peccatore.
Non si può dirsi discepoli e augurare la morte ai profughi che annegano nel nostro mare Mediterraneo.
Non scherziamo.
Chissà se troverà ancora la fede quando tornerà, il Signore. Non le devozioni. E le parrocchie. E i movimenti e i gruppi (sani e santi).
Chissà se troverà ancora la fede.
Anche poca, come quella di un granello. Quello che c’è, che vedo, che ammiro, contemplando foreste cresciute negli oceani del nostro mondo inospitale.
Una fede, però, che parte dal riconoscersi peccatori. Mendicanti.
Una fede che si nasconde dietro i meriti. Perché davanti a Dio non esistono meriti.
Solo la gioia di essere trapiantati in Dio, nascosti in Lui.
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