Sei volte viene raccontato il più grande fra i segni compiuti dal Maestro.
Il più grande e il peggiore. L’inizio della fine. Il miracolo dell’incomprensione che mediteremo oggi e nelle prossime settimane.
Il miracolo che segna il discrimine e che mette e a nudo, impietoso, la nostra approssimativa idea di Dio. E di noi stessi. E della nostra ricerca di fede. Allora come oggi. E ci pone davanti ad una scelta: vogliamo un Dio che ci sfama o uno che ci insegna la condivisione? Ecco il discrimine.
E anche Giovanni, a modo suo, racconta il miracolo della condivisione. L’unico condiviso con gli altri evangelisti.
Commento al Vangelo del 28 Luglio 2024
Diciassettesima domenica durante l’anno
2 Re 4,42-44/Ef 4,1-6/Gv 6,1-15
Merende
Sei volte viene raccontato il più grande fra i segni compiuti dal Maestro.
Il più grande e il peggiore. L’inizio della fine. Il miracolo dell’incomprensione che mediteremo oggi e nelle prossime settimane.
Il miracolo che segna il discrimine e che mette e a nudo, impietoso, la nostra approssimativa idea di Dio. E di noi stessi. E della nostra ricerca di fede. Allora come oggi. E ci pone davanti ad una scelta: vogliamo un Dio che ci sfama o uno che ci insegna la condivisione? Ecco il discrimine.
E anche Giovanni, a modo suo, racconta il miracolo della condivisione. L’unico condiviso con gli altri evangelisti.
Solo che.
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