Da lui abbiamo ricevuto la vita, questo magnifico pianeta da custodire e coltivare, ma, soprattutto, da Dio riceviamo l’amore.
È lui che ha inventato l’amore. È lui che ci ama, a prescindere, senza condizioni.
(Perciò diventiamo capaci di cambiare)
Un amore vero, continuativo, liberante.
Non di facciata, umorale, che riempie di sensi di colpa.
Sono amato. Sei amato.
A questo ci conduce l’esperienza di fede. Lì ci porta il Signore Gesù, il Maestro. Perché, sul serio, tutta la nostra vita si gioca sul saperci amati, sul lasciarci amare, sull’amare.
Da questo dipende tutto il resto: la nostra morale, la pastorale, il sogno di una Chiesa profezia di un’umanità riconciliata. Dall’esperienza dello scoprirci amati e dalla scelta di amare.
L’amore, in fondo, è ciò che cerchiamo in tutte le cose, in ogni sguardo, in ogni situazione anche se stentiamo a capire cosa renda possibile il perdurare nell’amore.
È un paradosso di cui facciamo continuamente esperienza: in noi è forte il desiderio di amare e di essere amati eppure stentiamo a trovare una situazione in cui l’amore perdura.
Peggio: nel mondo fragile in cui viviamo il concetto stesso di amore è diventato ambiguo.
Idealizzato e svilito, svenduto e assolutizzato, ridotto a esperienza fugace, ludica, egotica.
Pretendo amore ma sono poco disposto ad amare. Identifico l’emozione col sentimento. Non accetto i miei limiti. Un po’ infantile, un po’ vittima, mi piango addosso perché nessuno mi ama, ma non sono disposto a fare il primo passo, gratuitamente, senza porre condizione.
Andiamoci piano, allora, perché non sappiamo bene in cosa consista l’amore. […]
Commento al Vangelo del 29 Ottobre 2023
Trentesima domenica durante l’anno
Es 22,21-27/ 1Ts 1,5-10 / Mt 22,34-40
Dipende
Allora restituiamo a Dio quel che è di Dio.
Proviamoci, dai.
Da lui abbiamo ricevuto la vita, questo magnifico pianeta da custodire e coltivare, ma, soprattutto, da Dio riceviamo l’amore.
È lui che ha inventato l’amore. È lui che ci ama, a prescindere, senza condizioni.
(Perciò diventiamo capaci di cambiare)
Un amore vero, continuativo, liberante.
Non di facciata, umorale, che riempie di sensi di colpa.
Sono amato. Sei amato.
A questo ci conduce l’esperienza di fede. Lì ci porta il Signore Gesù, il Maestro. Perché, sul serio, tutta la nostra vita si gioca sul saperci amati, sul lasciarci amare, sull’amare.
Da questo dipende tutto il resto: la nostra morale, la pastorale, il sogno di una Chiesa profezia di un’umanità riconciliata. Dall’esperienza dello scoprirci amati e dalla scelta di amare.
L’amore, in fondo, è ciò che cerchiamo in tutte le cose, in ogni sguardo, in ogni situazione anche se stentiamo a capire cosa renda possibile il perdurare nell’amore.
È un paradosso di cui facciamo continuamente esperienza: in noi è forte il desiderio di amare e di essere amati eppure stentiamo a trovare una situazione in cui l’amore perdura.
Peggio: nel mondo fragile in cui viviamo il concetto stesso di amore è diventato ambiguo.
Idealizzato e svilito, svenduto e assolutizzato, ridotto a esperienza fugace, ludica, egotica.
Pretendo amore ma sono poco disposto ad amare. Identifico l’emozione col sentimento. Non accetto i miei limiti. Un po’ infantile, un po’ vittima, mi piango addosso perché nessuno mi ama, ma non sono disposto a fare il primo passo, gratuitamente, senza porre condizione.
Andiamoci piano, allora, perché non sappiamo bene in cosa consista l’amore. […]
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