Domenica di Resurrezione

At 10,34.37-43/Col 3,1-4/Gv 20,1-9

Correndo

Maria di Migdal si reca al sepolcro che è ancora buio.

La città non si è ancora svegliata. E lei non vuole incontrare nessuno.

Giovanni, diversamente dai sinottici, non ci parla di altre donne presenti, né dell’intenzione di pulire il cadavere del Maestro, sepolto in fretta e furia.

Forse Maria vuole solo piangere da sola davanti alla fine di tutto.

È ancora buio, come questa nostra seconda Pasqua di pandemia. Ma, almeno, la pietra della solitudine è stata ribaltata: distanziati, stanchi, fragili, abbiamo, però,  potuto celebrare il Triduo e la fiamma del cero pasquale è stata accesa durante questa notte di veglia per squarciare le nostre profonde tenebre.

Corre, ora, Maria, va da Pietro.

Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!

Anche per noi è così: fatichiamo a trovare il Signore, ad avere speranza, a guardare oltre. La paura ha fatto spazio al coraggio e il coraggio all’illusione. Ora attendiamo senza sapere bene cosa e anche la fede risente di questo logorio senza fine.

Dove sei, Signore? Dove?

Forse anche noi stiamo ancora cercando un crocefisso.

È tempo di cambiare. Tempo di accelerare il nostro passo. […]

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