Seconda domenica di Avvento, anno di Luca

Bar 5,1-9/Fil 1,4-6.8-11/Lc 3,1-6

Scende

Scende, la Parola.

Si fa spazio fra gli eventi, con garbo, senza rumore, senza urlare, senza spingere.

La si sente a fatica tanto è sovrastata da mille inutili parole. Sguaiate, rabbiose, che incutono timore. In questo mondo connesso, accessibile, servito ogni mattina a colazione con la sua litania di eventi, di violenza, di crisi, di catastrofi naturali, di guerre seriali, dimenticate, usurate, di paure antiche e nuove, di fake news, di opinioni vendute come verbo assoluto.

Si fa spazio fra le lamentele, fra i pettegolezzi, che abbiamo ribattezzato gossip pur rimanendo pettegolezzi, fra critiche feroci e giudizi sommari.

Si fa spazio in questi tempi caliginosi in cui siamo talmente storditi, come un pugile suonato messo all’angolo, da non avere più voglia di sentir parlare di altre disgrazie, di profughi che muoiono di freddo alle porte dell’Europa, di marginali abbandonati dal nostro mondo iper-veloce e spietato.

Sì, certo, a volte davanti a certe notizie o a certe immagini di scandalizziamo, inorriditi. Ma solo per qualche minuto, per qualche ora: durano poco, le emozioni.  E fanno i conti con la quotidianità, con le mille piccole sfide che dobbiamo affrontare: il lavoro che manca, le città che scivolano nel caos, la politica sempre sul filo del litigio.

E i grandi nomi, i salvatori della Patria via l’uno, l’altro.

Qualcuno fra noi getta la spugna, si disconnette, si rinchiude nella sua bolla, già felice di portare a casa la pelle alla fine di una giornata. Sospettoso e rabbioso.

Vittima del sistema, della sfortuna di un dio che se c’è è distratto o bastardo.

Altri, come dicevamo domenica scorsa, si disperano, muoiono di paura, si spengono disconnettendo la mente e l’anima.

Altri ancora, basta farsi un giro nelle nostre città illuminate che di anno in anno anticipano il Natale di mesi, ormai, corrono a comprare qualche regalo per dimenticarsi della pandemia, per regalarsi qualche distrazione, per illudersi, per non spegnersi.

E Dio che fa? […]

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