Se tuo fratello pecca

Mi fa tenerezza leggere questo brano.

Mi intenerisco pensando a Gesù che parla ai suoi discepoli, a quei discepoli, fragili, scostanti, colmi di contraddizioni, rissosi; discepoli raccogliticci, così diversi fra loro, che Gesù porta con sé per educarli, per farli diventare profezia di un mondo diverso in cui si vive senza sbranarsi vicendevolmente. Un mondo riconciliato, infine.

Mi intenerisco pensando a Matteo che quelle parole ricorda e scrive, indirizzandole ad una comunità frastornata dagli eventi storici, dalla distruzione del tempio, dal sentirsi fragile vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.

Lo leggo e lo rileggo. Ma sul serio? Davvero Gesù crede a questa roba? Davvero è possibile realizzare quanto dice?

Mi guardo attorno. Mi guardo dentro. Luce e tenebre ci abitano, mi abitano, inestricabili, fanno parte della stessa tavolozza, necessaria alla libertà, essenziale all’amore. Vedo in me e attorno a me tanta pace, bellezza, amore e passione. Ma anche tanta rabbia e violenza, vittimismo e scoraggiamento. Luce e tenebra essenziali l’una all’altra, due facce della stessa medaglia.

Vedo gente aggressiva, scontenta, pettegola, sempre pronta ad accusare, a giudicare, a denigrare, a giustificarsi. […]

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