Quarta domenica di Pasqua, anno di Luca

At 13,14.43-52/ Ap 7,9.14-17/ Gv 10,27-30

La sua mano

Come pecore al macello, centinaia di civili inermi, di fratelli nella fede, sono uccisi da una guerra non menzionata, da ideologie ancorate al passato, da ragioni geo-politiche che non danno peso alla vita delle persone, danni collaterali dei loro progetti di potere. 

Sì, davanti alla follia omicida di chi usa la guerra come aggressione, che viola ogni regola, in spregio al buon senso e, in questo caso, di una (presunta) fede condivisa, siamo come pecore condotte al macello. Inutili. Perdenti. Confusi.

Non siamo soli, però.

Un altro condotto al macello, che abbiamo celebrato solennemente durante la Settimana Santa, ora si erge vittorioso. E questa certezza è il nostro orizzonte: non abbiamo paura, il Signore ha vinto il mondo (Gv 16,33).

Con l’amore, col dono di sé. E questo possiamo fare, ostinatamente, condividendo quella pace del cuore che ci dona i risorto e che diventa scelta di vita, pensiero, azione.

Insieme, seguendo il pastore. […]

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