1. In quel tempo. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Giovanni proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
    Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Autenticità

Per uno come me, abituato ai grandi silenzi e ai grandi spazi, scendere in una grande città è sempre un piccolo evento. Mi resta dentro, intatto, il DNA del montanaro che sa orientarsi solo se vede delle vette intorno a sé.

Milano ha un suo fascino particolare, specialmente ora che si avvicina il Natale. Per evitare di perdermi (so guidare meglio sulla neve che parcheggiare in centro!) mi sposto con i mezzi. E ogni volta mi stupisco, facendo lunghi tragitti in metropolitana, della varietà della gente che incrocio. Non mi succede mai, nel nido delle aquile dove vivo, di vedere tanta gente tutta insieme. Allora mi concentro sul volto di chi mi sta seduto di fronte e provo ad immaginare i suoi pensieri, i suoi sogni.

Eccola qui l’umanità, l’umanità salvata e sempre da salvare. Migliaia di teste, di storie, di emozioni, tutte accomunate, inconsciamente, dal desiderio di felicità, tutte desiderose, malgrado le proprie delusioni e attraverso i propri sogni, ad amare e a lasciarsi amare.

Eccola qui l’umanità che ha spinto Dio a diventare uomo, che ha meritato la presenza di Dio, che ne ha provocato il dono. Eccola l’umanità: pecore senza pastore, come diceva Isaia, il popolo da consolare, che, spesso, non sa farsi consolare, non sente bisogno di salvezza, o la pone in qualcosa di diverso. 

Il vero io incontra il vero Dio

Facciamo fatica ad essere noi stessi, ci mettiamo una vita a scoprire chi siamo e a liberarci delle nostre maschere. Educazione, condizionamenti, carattere, tutto concorre ad intorbidire il cammino di liberazione che Dio è venuto a proporci. Non siamo più abituati a pensare, a comunicare, viviamo in un mondo osceno, esteriore, superficiale. Nel difficile cammino educativo necessitiamo di stimoli, di armoniose sollecitazioni, non di idee urlate e di modelli di vita insignificanti. Abbiamo bisogno di profeti come il Battista, autorevoli come lui, autentici come lui.

Non ho capito molte cose della mia vita, ma una sì: la verità ci rende liberi. Solo il mio vero “io” incontra il vero Dio.

Autenticità

Giovanni è il più grande tra i figli di donna, un profeta austero e coerente, energico e carismatico. Attorno alle sponde arse del mar Morto nei pressi di Gerico, Giovanni ha radunato un movimento eterogeneo di cercatori di Dio, di insoddisfatti bisognosi di senso.

Non è tenero Giovanni, disilluso e acre, aspro e tagliente, chiede ai suoi seguaci un cambiamento radicale per poter incontrare il Messia di Dio. 

E ci ammonisce: solo riconoscendo il proprio limite, che è opportunità e non mortificazione, possiamo diventare liberi per accogliere il Dio fragile che nasce. Solo riconoscendo che non abbiamo in noi tutte le risposte, possiamo metterci alla ricerca. Solo entrando nel profondo di noi stessi possiamo trovare la nostra vera identità in Dio.

Contrariamente alla falsa idea del cattolicesimo che mortifica e castra le ambizioni degli uomini (“Se Dio c’è io sono fregato”, pensa Erode), il Vangelo ci svela un Dio che ci aiuta a cogliere la verità di noi stessi.

Gioie

Non so come stiate arrivando a questo Natale: l’importante è che ci arriviate in maniera autentica.

Forse non è un gran periodo, forse non siete affatto soddisfatti di voi e delle vostre scelte.

Pazienza, Dio viene lo stesso, se avete il coraggio di invocarlo.

Perciò dimorate (dimoriamo) nella gioia, rallegriamoci sempre nel Signore, teniamo buone le cose che egli ci ha donato, gioiamo pienamente in questo Dio che non meritiamo e che si dona.

Questo mite Dio che attendiamo e che già amiamo.

Paolo Curtaz