D’accordo con voi, pregare non è facile. Sentiamo l’esigenza di imitare Maria, di dare spazio all’interiorità, alle cose importanti, al silenzio, vorremmo scegliere la parte migliore, seduti ad ascoltare le parole del Rabbì Gesù. Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo desiderato ardentemente un’esperienza forte di incontro intimo con Dio. Ma non abbiamo più le parole, né gli strumenti, né la chiarezza sufficiente per imparare a pregare. Il ritmo di vita cui ci siamo abituati, una specie di delirio tra lavoro e svago, ci ha sottratti l’humus connaturale alla riflessione pacata, arriviamo alla fine della giornata snervati e incapaci di pace; i modelli di preghiera del passato, pensati per una società rurale, semplice, con bassa cultura, mal si sposano con la nostra esigenza di sapere, di strutturare, di capire.
Gesù ci viene incontro in questa splendida pagina del Vangelo di Luca, dandoci almeno qualche rudimento per la preghiera. Date le basi, spetterà, poi, a ciascuno di noi trovare un ritmo minimo di preghiera quotidiana (cinque minuti?) declinati rispetto al nostro cammino interiore e al nostro temperamento. Gesù è stato un grande uomo di preghiera; come ogni pio israelita del suo tempo legato alle formule di benedizione e all’osservanza del riposo sabbatico e dei pellegrinaggi a Gerusalemme, Gesù stupiva gli apostoli per quel `di più` inatteso che era la preghiera silenziosa, prolungata, solitaria, fatta il più delle volte di notte, alla fine di una giornata frenetica. I discepoli intuiscono che all’origine della serenità e della pace di Gesù sta proprio la sua vita di preghiera, e ne restano affascinati. La preghiera, dunque. Sinonimo di richiesta, di supplica, di elemosina nel nostro linguaggio. In realtà, ammonisce Gesù, prima di chiedere occorre riflettere: a chi stiamo chiedendo, cosa stiamo chiedendo, per ottenere che cosa? Succede (non a te, amico lettore, agli altri) di concepire la preghiera come una specie di disperata supplica a un Dio da convincere. Cioè: ho necessità urgente di qualcosa, spesso ciò accade in situazioni drammatiche di malattia o depressione, e improvvisamente mi scopro devoto. Innalzo preghiere, faccio voti, vado in pellegrinaggio al Santo che `tira` e chiedo una grazia. Qui dietro si nasconde l’idea di un Dio che potrebbe accontentarmi ma non lo fa. Forse è di malumore, forse ama farsi pregare, forse è davvero troppo lontano. Allora insisto, mi arrabbio, mi rassegno. Esagero? Non proprio, amici, pensateci bene. Gesù scatta come una molla di fronte a quest’atteggiamento: è ad un padre che ci stiamo rivolgendo, non a un despota, non al mafioso di turno o al politico potente da circuire. No: ad un padre che ama i propri figli, che, come noi e più di noi, mai darebbe una serpe al figlio che gli chiede un pesce. Perché, allora, non vengo esaudito? Già sant’Agostino si poneva questa domanda e rispondeva mirabilmente: forse perché chiedi male, senza l’insistenza dell’amico importuno; forse perché ciò che chiedi non è il tuo vero bene (Guardandomi indietro, vedo i problemi sotto una luce completamente diversa); forse Dio aspetta ad esaudirti per lasciare crescere in te il desiderio di ciò che chiedi. Nella mia piccola esperienza di discepolo posso affermare con serenità che, in tutti questi anni, quasi mai Dio ha esaudito ciò che gli chiedevo. Ma sempre mi ha donato ciò che desideravo, senza saperlo. La logica del Padre soggiace alla nostra richiesta, la preghiera è rivolta a un Dio che, come splendidamente raccontato nella prima lettura, non può tacere al suo amico Abramo i suoi progetti e, alla fine di una contrattazione degna del più abile mercante arabo, cambia idea. Chiedete pure, amici, chiedete con decisione, con verità, ma chiedete ad un buon padre. E lasciate che la sua parola vi trapani il cuore, che la preghiera converta voi, non lui, che la frequentazione assidua della Parola, infine, cambi il vostro modo di vedere la vita. Perciò Gesù, a sorpresa, ci dice che il Padre non rifiuta lo Spirito a chi glielo chiede, A me verrebbe da dire: `Tienti pure lo Spirito e esaudisci ciò che ti chiedo!` No, amici: lo Spirito ci permette di vedere con uno sguardo diverso anche le cose che ci sembrano indispensabili alla nostra felicità, capendo, infine, che ciò che riteniamo un ostacolo insuperabile non è poi così importante risolverlo e – forse – non è neppure un ostacolo. Perché nulla ci può impedire di dire con verità: Padre.
Overdose di libri! Su consiglio di molti di voi ho raccolto e pubblicato in cartaceo le prediche di questi tre anni, apparse su Internet con vangelo annesso. Utile per i confratelli in cerca di idee, per catechisti ed educatori che vogliono una traccia per meditare i vangeli delle domeniche degli anni A,B, e C, per i cercatori di Dio. Ne è venuto fuori un tomone (bello) di quasi 700 pagine, che ho intitolato `Sete di Parola`. Non è in libreria (a parte ad Aosta, alla Filotea) ma vi verrà spedito da Luca (luca.grimaldi@tiscali.it) previo contatto. Il costo, spese postali (care) incluse, è di 18 ¤.