Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2025 TRLP 2025, 2025, Il Commento della settimana, Rito Ambrosiano, Rito Romano Trentesima domenica durante l’anno Sir 35,12-14.16-18/ 2Tm 4,6-8.16-18/ Lc 18,9-14 Spazi da riempire Non si può pregare Dio e disprezzare il fratello. Non ci si può rivolgere a lui e giudicare il peccatore. Non si può entrare nel tempio e adorare il proprio ego spirituale. Non si può stare al cospetto di Dio e non riconoscerlo e amarlo nel volto del peccatore. Non si può dirsi discepoli e odiare chi non la pensa come te. Non scherziamo. Chissà se troverà ancora la fede quando tornerà, il Signore. Non le devozioni. E le parrocchie. E i movimenti e i gruppi (sani e santi). Chissà se troverà ancora la fede. Anche poca, come quella di un granello. Quello che c’è, che vedo, che ammiro, contemplando foreste cresciute negli oceani del nostro mondo inospitale. Una fede, però, che parte dal riconoscersi peccatori. Mendicanti. Una fede che si nasconde dietro i meriti. Perché davanti a Dio non esistono meriti. Solo la gioia di essere trapiantati in Dio, nascosti in Lui. Tenaci e ostinati cercatori di senso. […] CONTINUA A LEGGERE IL COMMENTO SU PAOLOCURTAZ.IT Sostienici! Il tuo 5×1000: scrivi 97715480014 Un’offerta: Associazione Zaccheo, fraz, Viseran 59, 11020 Gressan, iban: IT49O0858736440000020112195, BCC valdostana – Conto corrente postale 97359103 Paypal: http://www.tiraccontolaparola.it/sostienici/ Ottobre 22, 2025
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Commento al Vangelo del 26 Ottobre 2025
Trentesima domenica durante l’anno
Sir 35,12-14.16-18/ 2Tm 4,6-8.16-18/ Lc 18,9-14
Spazi da riempire
Non si può pregare Dio e disprezzare il fratello.
Non ci si può rivolgere a lui e giudicare il peccatore.
Non si può entrare nel tempio e adorare il proprio ego spirituale.
Non si può stare al cospetto di Dio e non riconoscerlo e amarlo nel volto del peccatore.
Non si può dirsi discepoli e odiare chi non la pensa come te. Non scherziamo.
Chissà se troverà ancora la fede quando tornerà, il Signore. Non le devozioni. E le parrocchie. E i movimenti e i gruppi (sani e santi).
Chissà se troverà ancora la fede.
Anche poca, come quella di un granello. Quello che c’è, che vedo, che ammiro, contemplando foreste cresciute negli oceani del nostro mondo inospitale.
Una fede, però, che parte dal riconoscersi peccatori. Mendicanti.
Una fede che si nasconde dietro i meriti. Perché davanti a Dio non esistono meriti.
Solo la gioia di essere trapiantati in Dio, nascosti in Lui.
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