No, non siamo all’altezza di annunciare la Parola.
Come Isaia, come Paolo, come Pietro.
Non siamo capaci, non scherziamo.
Quando ci accorgiamo della distanza fra le nostre fragilità e il compito che ci viene affidato, ci viene solo da buttarci in ginocchio, come Pietro, chiedendo al Signore di allontanarsi da noi. Di avere pietà e di lasciarci stare.
Eppure proprio noi, vuole, il Signore.
Noi che viviamo nell’oggi la profezia di un mondo diverso, noi che tiriamo dritto, camminando verso il Regno, passando in mezzo alle persone che ci accusano perché i nostri limiti sono troppo ingombranti per rendere credibile il Vangelo che annunciamo.