Commento al Vangelo del 21 Aprile 2024

Quarta domenica di Pasqua – Giornata Mondiale per le Vocazioni

Atti 4,8-12/ 1Gv 3,1-2 / Gv 10,11-18

Vocati

Non è il pastore tenero di Luca, che prende la pecora smarrita sulle spalle, quello che incontriamo oggi nel vangelo di Giovanni.

È un pastore energico, un guerriero determinato, deciso, combattivo.

Perché a volte le pecore che siamo vanno cercate là dove si perdono.

Altre volte vanno difese dai tanti lupi che incontrano. Persone malvage che vogliono rapirle.

Nessuno ci difende. Chi potrebbe farlo, chi dovrebbe farlo, a volte, lo fa per interesse.

Anche le persone che ci sono più vicine, che immaginiamo essere disposte ad aiutarci, ad amarci, ad accoglierci per quello che siamo, senza giudicare, senza innescare dinamiche perverse, succede, si svelano per ciò che sono: mercenari. Ci amano per interesse. 

Interesse anche buono e santo, ma sempre interesse, per avere un qualche tornaconto.

Ci amano sì, ma a patto di amarle.

Aiutano e donano sì, per poi rinfacciare e far pesare quello che hanno fatto.

Lupi e mercenari: con questi dobbiamo fare i conti continuamente.

E noi stessi siamo lupi e mercenari degli altri.

Ma, vi prego, non cedete al vittimismo.

Non pensate di essere delle povere pecorelle indifese. Non piangetevi addosso perché nessuno vi capisce. Non sprofondate nella sindrome dell’abbandono che sta duramente minando il nostro equilibrio in questi tempi oscuri.

Diversamente dal nostro approccio naif, il cristianesimo parte dalla constatazione che tutti siamo fango. E che nessuno si stupisce di esserlo. Ma, e questa è la buona notizia sconvolgente e luminosa, Cristo ci ha redento, ha spezzato questa catena, ha dato la possibilità di permettere alla nostra parte più vera, più luminosa, di emergere, di fiorire, di innalzarsi.

Si è messo in gioco.

Si è donato. […]

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