๐๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ๐จ๐ณ๐ช๐ฏ๐ช ๐ฅ๐ช ๐ด๐ฑ๐ฆ๐ณ๐ข๐ฏ๐ป๐ข ๐ช๐ฏ ๐ถ๐ฏ ๐ฎ๐ฐ๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ณ๐ข๐ด๐ด๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ต๐ฐ
In questo anno che stiamo vivendo, Papa Francesco ha ritenuto importante invitare tutti noi a riflettere sulla speranza.
Per diventare ๐ฝ๐ฒ๐น๐น๐ฒ๐ด๐ฟ๐ถ๐ป๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ฎ๐ป๐๐ฎ.
Pellegrini, cioรจ in viaggio, non sedentari, non arrivati, mai sazi.
La fede non รจ un blocco di granito, non una cassaforte blindata inamovibile, non un museo da custodire, ma un giardino da coltivare.
Di speranza, dando ragione del fatto che guardiamo al mondo e al futuro con lo sguardo di Dio.
E di quanta speranza abbiamo bisogno, di una potente chiave di lettura della realtร che ci permetta di non spegnerci, di non cadere nel baratro del cinismo e della disperazione.
Noi discepoli, anzitutto, chiamati ad essere (fragili) testimoni della misericordia e del vero volto di Dio.
Ma anche i tanti che incontriamo ogni giorno, anche oggi, e che dietro lโapparenza di una vita normale, nutrono sentimenti di distruzione e di sconfitta, di fallimento e di vittimismo.
Senza un orizzonte che colmi il cuore.
๐๐๐๐โ๐ฬ ๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐ง๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐ข๐๐ (๐
๐ 5,5).