Commento al Vangelo del 17 Marzo 2024

Quinta domenica di Quaresima 

Ger 31,31-34; Eb 5,7-9; Gv 12, 20-33

Fatti (un) regalo

Vogliamo vedere Gesù.

È il desiderio che ci spinge a vivere, nonostante tutto. La speranza che ci aiuta a dare senso al deserto (di pace, di relazioni, di senso) che stiamo vivendo. 

Un desiderio che emerge dal profondo: Vogliamo vedere Gesù.

Sì, ho un desiderio interiore fortissimo, crescente, totalizzante, di vedere Gesù.

Non solo sentirne parlare, o leggere le sue parole. Ma vederlo. Con gli occhi dell’anima, con lo sguardo interiore, con la preghiera.

Vogliamo vedere Gesù chiedono nel vangelo di oggi alcuni greci, i pagani, i lontani di ieri e di oggi.

Mi piacerebbe tanto, quanto lo desidero, quanto lo sogno, che anche oggi accadesse come quel giorno. Che chi desidera l’incontro con Gesù si rivolgesse ai discepoli. A noi. A me. 

A quelli che sono in sintonia con loro, anzitutto: Filippo, il cui nome lascia intendere ascendenze col mondo greco, e poi Andrea.

Come mi piacerebbe che fossimo noi, i discepoli, ad essere capaci di condurre ancora a Gesù.

Ma, purtroppo, spesso, troppo spesso, i greci non vengono da noi perché abbiamo perso di credibilità. Chi cerca Dio, chi cerca il Maestro, chi cerca il Cristo, troppe volte si trova da solo nel suo cammino. Fatica a trovare, anche fra noi discepoli, uomini e donne capaci di accoglierli, disposto ad ascoltarli, determinati a diventare compagni di viaggio.

Possa questa quaresima aiutare noi fragili discepoli a tornare ad essere portatori di Cristo. Cristofori.

Nonostante le paure, dentro questo tempo fragile e sospeso, strano, esasperante.

Per tornare ad accogliere i tanti lontani, perché sentinelle sui confini.

Perché noi per primi siamo greci diventati discepoli. […]

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