Capitolo Ventitre

Dear Juliet,

mumble, mumble … vedo che la lettura in chiave ecclesiale del Vangelo ti ha messo piuttosto in crisi! Mi scrivi: “Supponiamo che la Chiesa fosse veramente nel progetto di Gesù. Sono rimasta scossa da quell’apparizione del Vangelo di Giovanni in cui Gesù chiede ai suoi di essere testimoni della sua pace e del suo perdono! Ma cosa c’entra questo con il Vaticano, lo sfarzo, i viaggi eccetera? Come giustificare queste cose?”.
Hai ragione: non si giustificano, si tollerano. Bisogna partire da un terreno comune: la visione della Chiesa.

Esiste una dimensione della Chiesa che è al di là del visibile, un legame di comunione e di santità che va al di là della storia fatta di sbagli e di miserie. Pensa che la Chiesa, parlando di sé, si definisce nel Concilio Vaticano II “semper reformanda”, cioé in continua riforma e audacemente qualche Padre della Chiesa definiva la Chiesa “Casta meretrix” che elegantemente si traduce “casta prostituta”. Casta perché di Cristo, perché appartenente a Lui, perché abitata da Lui. Meretrice perché fatta da poveri uomini peccatori come noi.

Hai ragione, Giulia: la Chiesa o, meglio, alcuni uomini di Chiesa, hanno commesso degli sbagli nel corso della storia anche se, ormai lo devi sapere iniziando un master in Storia!, bisogna sempre diffidare del nostro giudizio sulla storia, influenzato da visioni parziali tanto quanto quelle di chi ha commesso gli sbagli! Per questo motivo l’attuale Papa ha chiesto scusa (credo unico nella storia del mondo contemporaneo!) per gli errori fatti nel passato.
Sarebbe come se il Sindaco di Parigi chiedesse scusa per il periodo del Terrore o quello di Firenze facesse penitenza per il rogo del Savonarola…Ma la Chiesa non si esaurisce negli sbagli dei suoi uomini. Anzi, a leggere la storia con lo sguardo della fede si resta impressionati dal fatto che più gli uomini di Chiesa vivevano momenti difficili (pensa al perido antecedente all’anno 1000) e più lo Spirito suscitava santi!

E’ strabiliante vedere come la riforma di Francesco sia stata approvata da Papa Innocenzo e come, nella Chiesa, i cambiamenti inizino da ogni singolo cristiano e non dall’alto.Ti dirò una cosa strabiliante, Giulia: la Chiesa non è il popolo dei perfetti, ma dei perdonati. Se cerchi la perfezione, rivolgiti ad altre religioni settariche che si sentono giuste a scapito di noi peccatori. No, la Chiesa, fiduciosa del suo Signore, cammina come pellegrina penitente verso la pienezza del Regno, finché esso si compia. Lo so anch’io Giulia, lo vedo in me e fuori di me: ho incontrato preti scorbutici e avari, e cristiani frustrati e complessati. Ma ho incontrato cristiani totalmente donati agli altri vivere in situazioni di miseria che non avrei sopportato per un giorno.
Ho visto uomini e donne, nel nome di Cristo, portare fiducia e speranza là dove tutti erano fuggiti.
Ho visto nella mia vita i gesti contradditori della mia fragilità, ma le opere che il Signore può compiere in me se solo mi fido di Lui e lo lascio fare.Questa è la Chiesa. Ho imparato ad amarla, in questi anni, a conoscerla, a rispettarla, a difenderla.
Ho visto un vecchietto in età di pensione girare il mondo chiedendo la pace in nome di Cristo, lui, successore di Pietro. E se nello sfarzo del passato qualche megalomane ha donato alla storia opere d’arte del valore di san Pietro, gioiamone senza falsi moralismi. Ti auguro, Giulia, di incontrare un girono la Chiesa, quella vera, che è il sogno di Dio.

Ciao.

don Paolo